Proseguiamo il nostro racconto con quanto avvenne quindi la notte tra il 3 e il 4 Febbraio. L’evento nevoso assume in queste ore maggiore continuità e diffusione; sebbene la sequenza di rovesci e temporali nevosi che ha appena colpito un ampio settore del Tirreno tra Lazio e Campania durante le ore centrali del 3 Febbraio sia stata una delle fasi più spettacolari e di maggior interesse per gli appassionati, a partire dalla tarda serata le precipitazioni diventano più continue ed estese su tutta l’Italia centrale, con un ulteriore abbassamento di quota; anche Roma è conquistata, la neve attecchisce al suolo, le termiche si abbassano ulteriormente e, mentre in molte altre province del centro la situazione si fa drammatica, a Roma “qualcuno” fa festa…………
Ecco le foto scattate in tarda serata, ore 01:00 sempre in via Tiburtina, fiocchi fitti medio-piccoli stavolta, vera bufera, l’effetto lampione ci sta tutto….
Fig.1 – Roma, quartiere tiburtino, ore 01:00 04-02-2012
Fig. 2 – Roma, quartiere tiburtino, ore 01:00 04-02-2012
Ecco il quadro configurativo nella notte tra il 3 e 4 Febbraio, saccatura in piena azione e intenso nocciolo freddo che entra dal golfo del Leone, la -20° C a 850 hPa si addossa alla barriera alpina.
Fig.3 – pressione al livello del mare e geopotenziali a 500 hPa, dettaglio Europa alle 01:00 del 04-02-2012
Fig.4 – temperature alla quota geopotenziale di 850 hPa, dettaglio Europa alle 01:00 del 04-02-2012
Impressionante il quadro di dettaglio presente sull’Italia nella notte tra il 3 e il 4 Febbraio. Uno scontro estremamente violento tra masse d’aria estrazione completamente differente; da una parte il nucleo gelido siberiano che entra in quota dalla valle del Rodano e nei bassi strati sia dal Rodano, sia dalla porta di Bora. Dall’altra, a sud, il richiamo sciroccale generato dal minimo al suolo in corrispondenza delle coste meridionali del Lazio.
Il risultato dei contrasti menzionati è, come descritto anche nel precedente racconto (parte I) le genesi di rovesci e temporali di neve reiterati tra Lazio, Abruzzo, Molise e parte della Campania. Un quadro in effetti eccezionale, difficilmente riscontrabile nell’area mediterranea.
A questo punto l’evento volge alla fase conclusiva, mentre a Roma si immortala la nevicata con foto del centro storico imbiancato in notturna, situazioni di elevata criticità si stanno verificando lungo i settori interni delle regioni centrali; accumuli superiori al metro (fino a 150-200 cm in località al di sopra dei 500 m di Lazio, Abruzzo, Molise e Campania), si vanno formando anche a bassa quota su vaste aree delle regioni menzionate. Il maltempo non da tregua, la struttura baroclina della depressione garantisce continuità all’azione perturbata, che non cessa, anzi è nella fase di maggior vigore. Le correnti al suolo virano leggermente in senso orario, correnti da est-sudest subentrano a quelle da est-nordest, inizia a nevicare anche nei settori precedentemente sottovento e soggetti a venti di caduta appenninici.
La nevicata prosegue tutta la notte su tutto il centro Italia; a Roma, dopo ore di intense precipitazioni, a tratti con le caratteristiche di vera e propria tormenta, la nevicata cessa all’alba, intorno le 5:30 del mattino. La mattina del 4 Febbraio lo spettacolo che appare agli occhi stupefatti degli appassionati o anche solo dei poveri cittadini che hanno subito l’evento è impressionante nei centri abitati dell’interno, stupefacente al solito a Roma. Ecco sempre il quartiere tiburtino, si passeggia come a Cortina, circa 15 cm di accumulo nel terreno, lontano dalle strade.
Fig.5 – Roma, via Tiburtina la mattina del 04-02-2012
Ai Fori Imperiali, il solito (magari) grandioso spettacolo:
Fig.6 – Roma, Fori imperiali la mattina del 04-02-2012
Fig.7 – Roma, Fori imperiali la mattina del 04-02-2012
Fig.8 – Roma, Fori imperiali la mattina del 04-02-2012
Molto meno poetica la situazione nelle località dell’interno, dicevamo; ecco alcune foto, sempre relative alla cittadina di Sora, scattate da un altro giovane reporter meteoappassionato, Fabrizio Paniccia (Panis), la mattina del 4 Febbraio. La nevicata è terminata, si cerca di ripulire le strade, gli accumuli nelle località in prossimità del centro abitato, già fotografate il giorno precedente, si aggirano intorno 60-70 cm, ma pochi km a nord nella Val Roveto, al confine con l’Abruzzo, alcune stime parlano di 130-140 cm lungo la base dei versanti sopravvento esposti a nordest (fig.17 precedente articolo).
Le foto sono esplicative della potenza della nevicata, la città appare “sinistrata” e la stessa situazione è presente in numerosissimi centri appenninici di Lazio, Abruzzo, Molise e Campania.
Fig. 9: Sora (FR), la mattina del 04-02-2012 – foto Fabrizio Paniccia
Fig. 10: Sora (FR), la mattina del 04-02-2012 -foto Fabrizio Paniccia
Fig.11: Sora (FR), la mattina del 04-02-2012 – foto Fabrizio Paniccia
Fig. 12: Sora (FR), la mattina del 04- 02-2012 – foto Fabrizio Paniccia
In questo video le stesse zone riprese sempre la mattina del 4 Febbraio…..:
LA GRANDE NEVICATA A SORA, LA MATTINA DEL 4 FEBBRAIO
Per molti centri abitati della dorsale appenninica si è trattato di giorni di isolamento dalle principali arterie di comunicazione, non dimentichiamo infatti che tutte le immagini si riferiscono al fondovalle, molto peggio alle quote più alte.
Ecco la configurazione barica la mattina del 4 Febbraio, il minimo si è ormai spostato verso est, nevica ancora su Campania e Puglia settentrionale, migliorata la situazione dal lato tirrenico. Il nocciolo gelido è pienamente entrato nel Mediterraneo, come appendice di quello siberiano principale, termiche glaciali al nord che , sebbene non interessato da particolari fenomeni (ad eccezione della Emilia Romagna), sarà interessato da temperature comprese tra -15 e -20° C nella pianura Padana nei giorni successivi.
Fig. 13 – pressione al livello del mare e geopotenziali a 500 hPa, dettaglio Europa alle 07:00 del 04-02-2012
Fig.14 – temperature al, quota geopotenziale di 850 hPa, dettaglio Europa alle 07:00 del 04-02-2012
Fortunatamente, nei giorni immediatamente successivi le regioni menzionate non furono interessate da altre intense nevicate, sebbene l’assetto barico generale vedesse ancora un blocco alla circolazione Atlantica; il nuovo peggioramento del 10 Febbraio riporterà però molte regioni, in particolare le Adriatiche, in situazioni di criticità anche molto gravi, come la cronaca ha ampiamente riportato.
Per quanto riguarda il peggioramento del 3-4 Febbraio, può a ben diritto essere considerato, per alcune località tra Lazio e Abruzzo, una delle più intense nevicate a bassa quota degli ultimi 100 anni. Infatti, gli accumuli del Febbraio 1956, altro grande evento di questi luoghi, furono sicuramente superiori nel complesso, ma la durata complessiva della fase perturbata fu più lunga, circa tre settimane. Se consideriamo però la singola nevicata, ininterrotta, durata circa 40 h, avvenuta nei giorni 3-4 Febbraio del 2012, come singolo evento il periodo di ritorno del fenomeno appena descritta può essere considerato secolare.
Ciao ciao
Grande Febbraio 2012,lo sapevo che l’avremmo pagata con gli interessi.. Dopo il nulla o quasi..