25-01-2015 - Salve a tutti; eccoci di nuovo pronti a commentare le carte del giorno, per l’editoriale serale, che in questa occasione spazierà, con uno sguardo più ampio, a quello che sta accadendo negli equilibri del Vortice Polare a tutti i piani isobarici, partendo come sempre dagli ultimi aggiornamenti.
Diciamo subito che il modello americano sta “sfornando” un ottimo aggiornamento, che conferma alcune affermazioni esposte questa mattina (ved. editoriale) in merito a un prolungamento della fase perturbata di stampo artico, che potrebbe addirittura segnare una crisi pesante e forse irreversibile della struttura del VPS-VPT alle varie quote, vediamo il perchè.
Confermato lo split del nocciolo “europeo” del Vortice Polare (così definito in questa sede, diffidate delle imitazioni) alle 120 h. Venerdì mattina sono quindi previsti rovesci anche forti in molte regioni, grandinate e quota neve in abbassamento (fig.1, per i dettagli del peggioramento si rimanda al citato editoriale).
fig.1
In questa sede, approfondiamo ora il discorso legato all’evoluzione futura dell’assetto del VPS-VPT. In tal senso, dopo il primo impulso di apertura, la saccatura artica rimarrà sul posto, con asse centrato sull’Europa centrale e sull’Italia (fig.2)
Nalla fig.2, riguardante la giornata di Domenica 2 Febbraio, si ripresenta un particolare di estrema importanza nella evoluzione meteorologica della prima decade di Febbraio; ovvero, la partenza e lo sviluppo del blocco atlantico sotto la spinta meridiana esercitata dall’anticiclone delle Azzorre. Tale manovra appare sempre più intensa e duratura nei vari aggiornamenti e potrebbe rappresentare la chiave di volta per rendere l’irruzione artica sempre più fredda con il passare dei giorni. Ecco l’azione, reiterata, del blocco azzorriano ben visibile nell’ultima carta prevista per il 4 Febbraio (fig.3). Continue rimonte verso Nord in Atlantico garantiscono la permanenza della saccatura Artica, un blocco da manuale (fig.3).
fig.3
L’evoluzione finora mostrata in troposfera ben si accorda con le dinamiche attuali e future presenti in stratosfera, discusso ampiamente in numerosi editoriali; in tal senso, ad oggi, la stratosfera mostra sempre maggiori segnali di instabilità anche nel lungo termine, con il Vortice Polare Stratosferico in costante displacement e nuovi warming che raggiungono facilmente il polo, inducendo una crisi forse irreversibile del VPS (fig 4,5)
Ecco il warming previsto in data 5 Febbraio, che raggiugne il polo Nord (fig.4)
Ed ecco i geopotenziali previsti a 10 hPa a fine emissione, il 10 Febbraio, spinta aleutinica (wave 1) sempre più potente (fig.5)
Alle quote inferiori quest’aspetto appare sempre più evidente; l’ultimo run del modello americano inserisce l’azione del blocco atlantico sempre più in avanti nel tempo, con prolungamento della fase instabile e fredda sull’Italia almeno fino al 7 Febbraio (fig.6)
La disposizione del VPT evidenziata in fig.9 era già presente nel run di controllo (rielaborazione dell’ufficiale senza “perturbazioni”) che evidenziava una connessione ancora più palese con il displacement stratosferico a fine corsa il 10 Febbraio (fig.7)
fig.7
Insomma, più si procede con le emissioni dei modelli e sempre maggiore appare la durata della fase instabile e fredda sull’Italia e nel Mediterraneo. Sulla base dell’analisi comparata tra quanto è previsto ai vari piani isobarici (stratosfera e troposfera) dalle ultime emissioni, vi è la concreta possibilità che il Vortice Polare vada incontro a una crisi che, specialmente in stratosfera potrebbe essere irreversibile. Le conseguenze alle quote di nostro interesse, potrebbero essere alquanto allettanti, con un finale d’inverno ricco di reiterati spunti freddi e nevosi in area mediterranea.
Ciao ciao