28-01-2015 - Salve a tutti; aggiornamento serale dei modelli e del lungo termine, in una fase quanti mai interessante della evoluzione meteorologica italiana. Diciamo subito che il presente articolo alla fine risulterà alla fine la descrizione un lungo elenco di peggioramenti che comprenderanno i prossimi 7-10 giorni, la maggior parte nevosi per quasi tutte le regioni italiane (non contemporaneamente). Sarà un elenco tutt’altro che noioso tuttavia, visto l’argomento trattato.
Aggiorniamo innanzitutto la situazione attuale. Sempre più spettacolare l’avanzamento della massa d’aria fredda e instabile correlata al lobo del Vortice Polare in avvicinamento alle Alpi (molto vicino ormai, fig.1).
fig.1
I primi rovesci diffusi nelle regioni tirreniche inizieranno quindi domani pomeriggio, con una prima perturbazione “apripista”, poi arriverà la struttura del Vortice Polare in Italia e non è un modo di dire, ecco l’ultimo aggiornamento, con un minimo di 973 hPa in discesa dalla Romagna verso l’Adriatico (fig.2).
fig.2
Dal dettaglio si evince tutta la potenza della struttura, il valore di 973 hPa se non è un record per l’area italiana ci va vicino, da notare come in quota il minimo sia affiancato da un nocciolo freddo di -35° C a circa 5000 m (fig.3).
fig.3
Gli effetti della discesa di una tale struttura, leggermente baroclina, lungo la dorsale appenninica sono davvero imprevedibili; rovesci anche violenti, grandinate, graupel e, infine, nevicate e si succederanno tra il pomeriggio di venerdì e la mattina di sabato dal nordest al centrosud. In tale contesto, nonostante le temperature nei bassi strati resteranno inizialmente abbastanza elevate, la quota neve potrebbe scendere ugualmente quasi al piano in alto Adriatico ed Emilia Romagna la notte di venerdì.
Dopo il passaggio del primo nucleo perturbato, la saccatura artica si attesterà con il suo carico freddo proprio con asse centrato sul’Italia e inizierà il lungo passaggio di perturbazioni. Ecco la seconda sabato (fig.4). Dalla fig.4 si vede bene il lungo giro a cui sono costrette le perturbazioni Atlantiche per forzare il blocco azzorriano; in tal modo vengono prese in carico dal nucleo artico europeo, che fornisce il giusto contributo freddo.
fig.4
Quota neve aggiornata alla luce degli ultimi dati dei modelli per sabato pomeriggio, occorre sempre tener conto dei geopotenziali molto bassi e della possibilità che la neve raggiunga quote relativamente basse anche valori prossimi allo 0 a 850 hPa (fig.5)
fig.5
A partire da domenica, come annunciato nell‘editoriale di oggi, nuclei artici in quota si distaccheranno dalla struttura principale presente nell’Europa centrale, netto abbassamento della quota neve domenica per l’arrivo della ennesima perturbazione (n.3, fig.6).
fig.6
Bassa collina o addirittura pianura tra domenica mattina e lunedì su molte regioni italiane. Le precipitazioni nevose potranno infatti raggiungere le pianura interne delle regioni centrali domenica notte (forse qualche fiocco sarà visibile anche a Roma, da valutare), mentre con il passare delle ore nevicate a quote basse interesseranno anche i rilievi del sud, nessuno sarà escluso quindi (fig.7,8)
A questo punto, nel seguito, per l’arrivo martedì mattina della perturbazione n.4, i modelli confermano un affondo più occidentale, che equivale a dire che la neve potrebbe fare la sua comparsa in pianura Padana nelle prime ore di martedì, quote molto basse anche su Liguria e Toscana, ecco l’affondo la sera di lunedì (fig.9).
fig.9
Ed ecco la quota neve nelle prime ore di martedì, nord sotto la neve con le attuali elaborazioni dei modelli (fig.10).
fig.10
Distribuzione democratica delle nevicate quindi, che potrebbero tornare al centrosud nei giorni successivi, con lo spostamento dell’asse della saccatura verso est, sotto la spinta dell’anticiclone delle Azzorre (fig.11)
fig.11
In tal modo il tempo migliorerebbe nelle regioni tirreniche e al nord, mentre la neve tornerebbe a fare la sua comparsa a quote basse in Adriatico e al sud; insomma tutti accontentati.
La fase descritta in fig. 11 potrebbe segnare la conclusione del lungo periodo perturbato, ma i modelli migliorano in tal senso, da definire la formazione di un nuovo blocco scandinavo e della sua contrapposizione con la spinta del lobo canadese in Atlantico (fig.12).
fig.12
Insomma, una lunga teoria di perturbazioni ci attende e le nevicate ad esse associate non dovrebbero scontentare nessuno, perlomeno così sembra dagli ultimi aggiornamenti.
Ciao ciao