19-11-2015 - Salve a tutti; eccoci di nuovo insieme, per un appuntamento serale quanto mai ricco di spunti di discussione, non avendo potuto effettuare l’aggiornamento mattutino.
Tutto confermato in merito al poderoso affondo artico del week-end. La previsione è ormai entrata nel range previsionale delle 48 h e solo i dettagli sono passibili di cambiamento, ma l’impianto generale resta intatto. Ecco quindi attuarsi, entro sabato mattina, la possente spinta meridiana esercitata dalla discesa di aria fredda proveninente direttamente dall’Artico e la rapida formazione di un profondo minimo depressionario sottovento alla barriera alpina (fig.1).
fig.1
Non è presente alcun ridimensionamento nei modelli, il nocciolo freddo in quota è possente e ben strutturato e la saccatura spiccatamente meridiana; il getto entra pieno dalla Francia nel Mediterraneo (fig.2).
fig.2
Il peggioramento che ne deriverà sarà intenso e “burrascoso”, in quanto accompagnato da venti forti di maestrale e di libeccio nelle tirreniche, ma anche con correnti al suolo da sudest in Adriatico in un primo momento (fig.3).
fig.3
In questa fase, nel pomeriggio di sabato, le temperature non scenderanno molto nelle regioni italiane, ad eccezione che nelle regioni alpine ma, entro le 12 h ore successive, nella notte tra sabato e domenica, impetuose correnti di Bora apporteranno un notevole abbassamento delle temperature su tutto il centronord, più avvertito in Adriatico, con rovesci nevosi nel triveneto e in Emilia Romagna a quote intorno i 400 m, ma occasionalmente anche più in basso, con qualche fiocco anche in pianura durante le fasi più intense delle precipitazioni (fig.4).
fig.4
Altre nevicate a quote intorno 700-800 m interesseranno la dorsale appenninica delle regioni centrali. Attenzione poi alle 24 h successive, tra Domenica e Lunedì, quando lo stazionamento du una figura depressionaria nell’alto Tirreno potrebbe portare nuove nevicate, questa volta anche nel versante tirrenico dell’Appennino settentrionale, a quote variabili intorno 600-800 m. Approfondiremo tale aspetto nei prossimi giorni.
A seguire, resta sempre molto interessante l’evoluzione seguita dai modelli ormai da molti giorni; ovvero, della ripresa di affondi perturbati nel Mediterraneo a partire dal 26 Novembre, di provenienza nordatlantica questa volta, in seno a un canale perturbato “compresso” tra le figure altopressorie azzorriana e asiatica (H2 e H3).
Si inizia con l’arrivo di un nocciolo perturbato a ovest dell’Italia, abbandonato dal flusso principale a causa di un ricompattamento del Vortice Polare (fig.5).
fig.5
A seguire, il canale perturbato resta aperto e un nuova, ampia saccatura Atlantica si fa strada nel Mediterraneo, forti piogge nelle regioni occidentali e neve abbondante nei rilievi alpini per gli ultimi giorni del mese (fig.6).
fig.6
In tale contesto, in quasi tutte le emissioni appare sempre più incisiva l’azione di contrasto operata dal blocco euroasiatico (H3) al tentativo di espansione del VPT, che è costretto a deformarsi lungo un asse obliquo Labrador-Siberia Orientale, come mostrato in fig.6. Tale azione appare sempre più preponderante nel seguito (fig.7).
fig.7
L’azione descritta è Addirittura dominante nel finale di emissione del run mattutino del modello americano, dove si forma una robusta cellula altopressoria ibrida, con un valore al suolo di ben 1060 hPa, a nord degli Urali, secondo la migliore tradizione invernale, capace quindi di iniziare a creare un afflusso gelido antizonale lungo il bordo meridionale della struttura stessa (fig.8).
fig.8
Insomma, troposfera quanto mai reattiva e ricca di occasioni per maltempo e freddo, si va verso un decoupling (disaccoppiamento) strato-tropo; ovvero, i piani superiori e inferiori dell’atmosfera sembrano non voler comunicare. L’argomento è ampio e complesso e da esso potranno dipendere le sorti della prima parte dell’inverno, sarà quindi oggetto discussione nel dettaglio in un eventuale editoriale tardo serale.
Ciao ciao