28-12-2015 - Salve a tutti, ampio aggiornamento mattutino, alla luce di emissioni altalenanti dei modelli, ma assolutamente normali in un contesto evolutivo molto dinamico, con le configurazioni previste a scala emisferica che tendono a modificare il proprio assetto anche radicalmente nei prossimi 10-15 giorni.
Iniziamo però dall’attualità; non siamo più in campo previsionale ormai, la poderosa pulsazione in artico dell’alta pressione mediterranea è iniziata. Il promontorio altopressorio punta spedito verso la scandinavia e, a seguire, nel settore artico della Russia, ancora più nordest (fig.1).
fig.1
A lato della elevazione anticiclonica, lungo il fianco destro (orientale), sta già prendendo le mosse una imponente colata artica, diretta prevalentemente verso Turchia e Mar Nero. Le conseguenze per noi saranno alquanto marginali (ved. editoriale), ma le temperature diminuiranno anche consistentemente su tutte le regioni, ma in particolare nel versante Adriatico, dove brevi rovesci nevosi sono attesi anche a bassa quota proprio il giorno di Capodanno (fig.2).
fig.2
Resta comunque aperta l’ipotesi di temporanee interazioni dell’aria gelida con infiltrazioni Atlantiche nel medio basso Tirreno (ved. editoriale), ma le probabilità appaiono abbastanza scarse per il momento.
A seguire, l’evoluzione dovrebbe diventare più interessante nei giorni che precedono l’Epifania. Il modello americano ad oggi appare più conservativo in realtà, con minor incidenza delle depressioni nel Mediterraneo ai primi di Gennaio; il modello europeo, viceversa, evidenzia una decisa azione di blocco da parte dei nuclei gelidi presenti nell’Europa centro orientale, con deviazione del jet stream dall’Atlantico nel Mediterraneo e conseguente forte peggioramento in area mediterranea nel periodo pre epifania ( fig.3).
fig,3
Il peggioramento vedrebbe quindi dall’azione congiunta delle onde planetarie, con la wave 1 aleutinica che inizia a far sentire la sua spinta in Artico (fig.4).
fig.4
Nel lungo termine, l’azione delle onde planetarie potrebbe quindi diventare ancora più incisiva e risultare pertanto decisiva in un contesto che vede il Vortice Polare operare ancora una notevole resistenza alla penetrazione in Artico delle spinta anticicloniche in troposfera (fig.5).
fig.5
In ogni caso, è evidente in sede previsionale la genesi di ondulazioni sempre più marcate ai bordi del VP. In particolare, nel lungo termine del modello americano sono ben visibili le tre spinte sincroniche (Azzorre, Aleutine e Uralica) delle waves planetarie.
A favore di un progressivo indebolimento del VP, sebbene alternato e temporanee possibili fasi di ripresa del flusso zonale, c’è il valore dell’AO, previsto in netto abbassamento in Gennaio, con assetto sostanzialmente negativo già nel periodo del’Epifania (fig.6).
fig.6
Nel contempo, laMJO (Madden Julian Oscillation) che come sempre risulta utile a verificare la tendenza alla formazione di blocchi nel nord Atlantico e in Scandinavia, viaggia sempre più spedita tra i settori 6 e 7, con aumento considerevole di magnitudo, segnale inequivocabile di un possibile aumento della pressione atmosferica nelle prossime settimane nell’area nord europea (fig.7).
fig.7
Insomma, le emissioni sono altalenanti, com’è normale che siano, ma le indicazioni complessive provenienti dall’analisi modelli, dagli indici e dalle teleconnessioni più utili alla scopo, evidenziano una chiara tendenza al progressivo indebolimento del VP e alla genesi di ondulazioni sempre più marcate, con peggioramenti nel Mediterraneo probabilmente sempre più frequenti in Gennai……. e si inizia tra pochi giorni.