27-01-2019 – Salve a tutti, immancabile editoriale domenicale, tra le perplessità di molti in merito alla prosecuzione dell’inverno. A riguardo, diciamo subito che i prossimi giorni saranno davvero molto instabili, con diverse occasioni per maltempo e nevicate a quote basse, in particolare al centronord. Quanto sta accadendo inoltre, è conseguenza dello stratwarming di inizio mese, ma con dinamiche probabilmente diverse da come si aspettavano molti meteo appassionati. Ancora niente è terminato però e discutiamo, pertanto, subito in merito ai prossimi giorni.
Iniziamo dal presente, con un fronte perturbato in transito nella nostra penisola seguito da una corposa massa di aria fredda di estrazione artico marittima (dalla Groenlandia), che nel suo percorso tende a riscaldarsi nei bassi strati, a contatto con le acque oceaniche, ma in quota resta molto fredda.
fig.1
L’aria fredda, ben inquadrata nel territorio francese risulta stretta, nella sua avanzata nei bassi strati, dalle dorsali montuose dei Pirenei e delle Alpi; pertanto troverà una via irrompendo in nottata nel Mediterraneo dalla porta di Carcassone e del Rodano
fig,2
Facciamo ora molta attenzione a quanto riportato nella fig.2. Risulta ben evidente un primo impulso freddo, in azione sull’Italia, con la sigla B1, capace di generare numerosi rovesci nelle regioni centromeridionali nella giornata di lunedì (intanto oggi è nevicato in Lombardia però).
Lungo un treno perturbato ad asse NW-SE però, sono ben visibili altri due nuclei depressionari (nuclei di vorticità), segnati con le sigle B2 e B3. Ebbene, tali nuclei genereranno altri due intensi peggioramenti entro il prossimo week-end, segnando quindi la settimana in corso come davvero perturbata.
Ecco le conseguenze, domani, lunedì, del primo passaggio, con nevicate a quote basse in Appennino centrale che potrebbero generare un’imbiancata su città come Rieti, Perugia e, ovviamente L’Aquila, Avezzano e, a seguire, Campobasso e Potenza.
fig.3
Ma abbiamo detto che seguiranno altri impulsi perturbati ed ecco che, sul treno del getto polare, arriva subito il secondo front perturbato, nella giornata di mercoledì, ancora più intenso e meglio strutturato del precedente.
fig.4
Ampia saccatura sull’Italia ed ecco che la neve, complice nelle fasi iniziali lo strato di aria fredda lasciato dall’attuale irruzione, prende le regioni centrali ma anche probabilmente, alcuni settori pianeggianti del nord, soprattutto a sud del Po.
fig.5
Da non sottovalutare questo secondo peggioramento, la carta, ormai conosciuta, degli accumuli di neve al suolo vede un’ampia copertura per le regioni centrali, ma non solo, ottimi accumuli anche nel golfo ligure (ancora, la volta precedente la previsione è stata rispettata).
fig.6
Fino a giovedì quindi, la neve a quote basse (300-400 m) potrà caratterizzare ampi settori appenninici e, localmente, a quote pianeggianti nelle pianure del nord.
Ma ecco che, a partire dal venerdì, giunge il terzo peggioramento, ampio e strutturato, con una saccatura a ovest dell’Italia con alimentazione artica ben visibile dalla carta.
fig.7
Quest’ultimo affondo risulterà troppo a ovest però, per mantenere il freddo al centrosud, dove nel week-end le temperature risaliranno decisamente, ma non sal nord Italia, dove un robusto cuscino freddo potrebbe generare un’intensa nevicata da addolcimento nelle regioni nord occidentali, come la carta del modello europeo illustra bene.
fig.8
Attenzione che, se tali previsioni fossero rispettate, potrebbero giungere accumuli di un certo rilievo nelle pianure del Piemonte e VDA e in tutta la Lombardia occidentale.
E dopo??
Il VP continuerà e indebolirsi per un paio si settimane almeno e, in alcune emissioni, come quella mattutina del modello americano, compaiono evoluzioni che potrebbero lasciar ipotizzare una potente irruzione gelida continentale, ma ancora sono troppo poche le possibilità per poterne discutere in maniera corretta.
fig.8
In ogni caso, godiamoci una settimana davvero molto nevosa, poi vedremo il prosieguo.
fig.9
Ciao ciao