03-02-2017 - Salve a tutti, nuovo editoriale serale, in un Mediterraneo estremamente dinamico, soprattutto, dopo tamto tempo, nelle regioni settentrionali, dove sono tornate le piogge e le nevicate, sebbene non a quote basse.
fig.1
Alquanto complessa l’immagine dal satellite, dove comunque di notano ben tre sistemi perturbati in area Mediterranea (o quasi). Il primo (numero 1) sta abbandonando le regioni italiane dopo aver generato rovesci e nevicate al nord. Il seconco, in procinto da interessare le nostre regioni più occidentali, genererà rovesci sparsi nelle tirreniche,localmente intensi e prolungati in corrispondenza del levante ligure e alta Toscana nevicate localmente anche piuttosto copiose nelle Alpi centro orientali a quote intorno 800-1000 m (fig.2).
fig2
La terza perturbazione, la più intensa, affonderà maggiormente nel Mediterraneo e interesserà anche il centrosud, con piogge, temporali e venti moto intensi nelle regioni centrali e attorno alla Sardegna nella giornata di lunedì (fig.3)
fig.3
A quel punto, dopo il 6 Febbraio, più a nord, in Scandinavia, il blocco si sarà completamente formato e attorno a esso inizieranno a ruotare le diverse masse perturbate di differente estrazione (fig.4).
fig.4
La fg.4, riferita al giorno 10 Febbraio, include tutte le variabili che potranno condizionare il tempo nella nostra porzione di emisfero e che potranno fare la differenza tra ondata di gelo e neve molto intensa (per ora non inquadrata dia modelli) e un periodo di variabilità perturbata molto dinamico ma quasi autunnale nel complesso.
I successione sono presenti:
- L’anticiclone di blocco scandinavo
- un nocciolo gelido in split (distacco) dal VP verso la Siberia occidentale
- Il vortice Polare canadese che si protende verso l’Atlantico
- piccoli vortici depressionari alle medie latitudini che vengono spillati dal flusso principale del VP
Da come queste 4 figure andranno a interagire scaturirà l’evoluzione di un periodo cruciale dell’inverno in corso.
Al momento, i modelli vedono la presenza ben salda dell’anticiclone di blocco, che non riesce completamente a spingersi in Artico e viene schiacciato nel bassopiano russo, limitando l’avanzata retrograda del nocciolo gelido siberiano, che nei giorni scorsi veniva visto giungere nelle regioni italiane.
Andrà quindi così, ovvero l’interazione tra masse gelide continentali e flusso atlantico sarà limitata e comunque confinata oltralpe??
Non è affatto detto, i modelli cambiano continuamente visione e, ad esempio, in mattinata il nucleo gelido era visto avvicinarsi pericolosamente alle regioni italiane, con valori davvero notevoli (-45° C a 5500 m a addirittura -32° C a 1500 m).
fig.5
Si tratta di differenze che possono stravolgere la previsione, in quanto la massa gelida presente a tutte le quote all’interno del nucleo rappresenta davvero uno sbarramento passivo al flusso Atlantico, costretto a deviare verso il Mediterraneo e magari capace di un aggancio con il nucleo gelido stesso.
La previsione delle ENS, ovvero la media delle emissioni del modello europeo è incoraggiante in tal senso; la massa gelida si avvicina oltralpe con valori davvero considerevoli.
fig.6
Potrebbe quindi giungere l’evento gelido a inizio seconda decade nelle nostre regioni??
Diciamo subito che simili configurazioni, con split completo del nucleo gelido siberiano verso il Mediterraneo, non a caso presentano periodi di ritorno pluridecennali, in quanto comportano l’insorgenza di un moto contrario alle correnti dominanti occidentali delle medie latitudini; a maggior ragione, una massa gelida così vasta ha bisogno di un blocco altopressrio davvero robusto, che possa imprimere il moto antizonale, da est verso ovest.
Quest’anno dopo 4 inverni dominati da un VP forte e correnti a getto molto tese in Atlantico, ci sono alcune premesse che potrebbero generare la configurazione descritta, ma per adesso è solo abbozzata e tutta la dinamica non si compie e si compie slo in parte. Vedremo gli sviluppi, ma c’è ancora molto da dire peril mese di Febbraio.
Ciao ciao