01-02-2017 - Salve a tutti, editoriale serale in una fase ormai palpitante dell’analisi modelli, che a più riprese stanno proponendo evoluzioni raramente viste in questi ultimi anni (ad eccezione de 2012) ma più in generale alquanto rare a scala emisferica ed europea.
In questa sede si ribadisce ancora una volta come vengano discusse le evoluzioni proposte dai modelli anche nel lungo termine, le più interessanti ma non necessariamente le più probabili, sebbene tutti ragionamenti effettuati nei presenti editoriali abbiano un serio fondamento nelle dinamiche possibili nel mese di Febbraio.
Andiamo quindi a descrivere quanto potrebbe accadere in questa prima parte di Febbraio.
Blocco altopressorio in sede europea che sta già facendo vedere i primi effetti, ponendosi a baluardo del flusso atlantico a latitudini superiori al 50° parallelo.
fig.1
In fig.1 si vede bene come le nubi portate dal flusso atlantico vadano a “infrangersi” contro una invisibile barriera tra Scandinavia e Germania, inibite nel loro moto verso est dalla presenza di un robusto campo altopressorio, in ulteriore intensificazione nei prossimi giorni (fig.2).
fig.2
La fig.2 mostra gli effetti della formazione del blocco già nella giornata di lunedì ma nel frattempo, nel breve termine, le perturbazioni atlantiche, deviate verso il Mediterraneo dal blocco descritto, si succederanno in serie (almeno tre), andando a colpire prevalentemente il nord, con piogge frequenti, non violente ma nel complesso sufficienti a stemperare, almeno in parte, lo stato di cronica siccità presente in tali regioni, con nevicate di una certa abbondanza oltre gli 800-1000 m.
A seguire, come individuato in fig.2 l’alimentazi0ne Atlantica tenderà a essere sempre più “smorzata” dalla chiusura del flusso esercitata dal campo altopressorio, con piogge e temporali che si trasferiranno al centrosud nella giornata di lunedì appunto e alimentazione fredda continentale che tenderà a prendere il sopravvento.
Dalle modalità con cui le perturbazioni atlantiche interagiranno con l’alimentazione continentale fredda dipenderà il tempo, sostanzialmente, della prima parte di Gennaio.
La somma di alcuni piccoli dettagli potrebbero fare la differenza tra l’arrivo di un evento quasi eccezionale, come inquadrato ieri sera e la presenza di alcuni spifferi freddi magari solo al nord Italia.
La fig.3, riportata di seguito, è davvero emblematica in merito; ben quattro nuclei perturbati si affolleranno in Europa, secondo il modello americano, nella giornata del 9 Febbraio.
I primi due B1 e B2, rappresentano il moto retrogrado dell’avvezione gelida dalla Russia e scorrerebbero a nord delle Alpi (moto antizonale).
Altre due perturbazioni (B3 e B4) si dirigono nella previsione verso il Mediterraneo, avanzando da ovest verso est (moto zonale) fig.3
fig.3
Dall’analisi della fig.3 risulta evidente quanto sia piccola la differenza tra l’arrivo di un evento nevoso di grande rilievo (qualora i diversi nuclei si incontrassero) o il semplice passaggio di una perturbazione atlantica, con nevicate comunque al nord, interessato da aria più fredda continentale ma con il grosso che sfila verso ovest e viene ripreso in carico dal flusso Atlantico.
Nei prossimi giorni gli aggiornamenti saranno al cardiopalma, in quanto appare davvero vicina la possibilità di una rilevante ondata di fgelo e neve nel Mediterraneo; ecco il finale del modello europeo, che ripropone la genesi di un ponte di Woeikoff, con la presenza di un intenso nucleo gelido nella Russia, pronto ad avanzare verso ovest.
fig.4
Insomma, le strade per un grande Febbraio ci son tutte, certezze no però, tutta da definire nel dettaglio l’evoluzione, ma appare chiaro come raramente come, in questo finale d’inverno, sia stata presente una ottimale predisposizione alla creazione un blocco poderoso in area euroasiatica, già anticipato in numerosi editoriali i questa sede.
Ciao ciao