05-04-2014 – Salve a tutti, oggi, in tarda mattinata, nel territorio italiano è stata registrata una scossa sismica di Ml (magnitudo locale) pari a 5,0 con epicentro nel Mar Ionio, a sudest della città di Crotone. La mappa con la collocazione epicentrale, prelevata dal sito dell’INGV, evidenzia bene come il terremoto sia avvenuto in mare aperto, a una profondità di 65,7 km.
Nel dettaglio ecco i dati:
Ora locale – 12:24:45
Profondità – 65,7 km
Magnitudo – 5,0
Proprio la notevole profondità ipocentrale risulta diagnostica per caratterizzare i cinematismi dell’evento sismico in esame; teniamo presente infatti, che i principali terremoti appenninici dell’Italia centrale (Marsica e Irpinia), sono avvenuti a profondità media di circa 10 km, in quanto correlati ad attività tettonica di tipo distensivo, piuttosto superficiale.
Il terremoto del crotonese viceversa, è legato processo di subduzione della placca africana al di sotto di quella europea e, nel caso specifico, al di sotto dell’arco calabro peloritano. In sostanza, una parte del fondale del mar Ionio, correlato alla placca africana, sta sprofondando sotto la crosta continentale della penisola italiana; l’attrito generato da tale attività genera i terremoti. Il termine “sprofondare” lascia intuire perchè questa tipologia di terremoto sia caratterizzato da profondità ipocentrali così elevate. La figura di seguito descrive abbastanza bene i concetti espressi.
Come si evince dalla figura, nella complicata tettonica dell’arco calabro-peloritano, le due microplacche, adriatiche e ioniche, sono spinte sotto la struttura della Sicilia (microplacca tirrenica) e quella africana, con cinematismi di tipo compressivo.
A questo punto, dopo questa doverosa premessa, possiamo proseguire questa breve analisi dicendo subito che, nelle linee generali, non è questa la tipologia di terremoto più pericolosa per il settore calabrese; ben più devastanti risultano essere i terremoti correlati alle strutture distensive e trascorrenti presenti nel settore tirrenico. Tutti i più forti terremoti avvenuti in epoca recente in Calabria sono correlati, infatti, alla presenza di faglie dirette nel settore tirrenico (sequenza sismica del 1783) o di tipo transtensivo (con componenti trascorrenti e dirette, come nel tragico terremoto di Messina del 1908.) Infatti, i grandi terremoti del settore centromeridionale della Calabria (magnitudo 7), il più sismico d’Italia, sono tutti collocati nel versante tirrenico, nell’ambito degli stessi processi responsabili del terremoto odierno, ma rappresentano “l’altra faccia della medaglia”, con meccanismi focali opposti.
Ecco infatti un’altra mappa prelevata dal sito INGV, che evidenzia come la pericolosità sismica nelle diverse aree vada aumentando passando dallo Ionio al Tirreno, con genesi di terremoti più superficiali e magnitudo più elevata in quest’ultimi settori.
Ovviamente ogni evento è da monitorare attentamente, in particolare se correlato al danno potenziale connesso alla fragilità geologica e del tessuto urbano del territorio italiano, ma il potenziale sismogenetico dell’area considerata e, soprattutto, gli effettivi risentimenti potenziali in superficie , sono relativamente limitati rispetto agli analoghi settori del versante tirrenico, dove sono avvenuti i più forti terremoti storici dell’area italiana.
Ciao ciao