01-11-2016 - Salve a tutti, primo editoriale del mese di Novembre purtroppo in linea con gli ultimi di Ottobre, ovvero con nuovi aggiornamenti riguardanti la sequenza sismica dell’Italia centrale. A riguardo, una nuova scossa di magnitudo Mw = 4,8 si è verificata alle ore 7:56 locali in provincia di Macerata, nei settori collocati alla periferia nordorientale della sequenza (fig.1)
fig.1
Come mai una serie così prolungata di scosse sta interessando, con magnitudo comparabili, settori differenti della stessa area e su distanze temporali di mesi?? E’ un decorso normale quello che stiamo vivendo??
Diciamo subito di SI, senza troppi indugi; sequenze sismiche distribuiti su intervalli temporali di mesi o, addirittura, anni in alcuni casi, sono contemplate in Appennino e, anzi, per il settore interessato dalle attuali scosse rappresentano quasi la norma.
A riguardo, proseguiamo subito la discussione mostrando un’immagine relativa ad alcune ricerche compiute dallo scrivente nell’area interessata dalla sequenza sismica umbro-marchigiana, posta ai confini settentrionali di quella attuale (fig.2).
fig.2
Per quanto riguarda le ultime tre scosse (26-30 Ottobre), ancora i dati sono incompleti. Tuttavia, dalle prime rilevazioni, è possibile identificare bene ugualmente quali settori si siano mobilizzati durante le singole scosse, ecco infatti i rilevamenti che identificano gli abbassamenti sul terreno aggiornati i seguito alle due scosse del 26 Ottobre.
fig.4
Dalla fig.4, come si vede, si identifica bene anche l’area interessata dalla successiva scossa del 30 Ottobre (in verde tra i due settori in rosso).
Pertanto, collegando tutti gli elementi del “puzzle”, una prima ricostruzione amatoriale, molto rozza, della distribuzione dei diversi piani di rottura allineati della sequenza può essere così concepita (fig.5).
fig.5
L’area dei singoli rettangoli non è necessariamente proporzionale alle singole rotture, ma ne rappresenta una buona approssimazione, analogamente a quanto riportato in fig.2. Ecco quindi, evidenziata in tutta la sua complessità e articolazione la nuova, lunga sequenza sismica di questi mesi che, più a nord, va ormai a ricongiungersi quasi perfettamente (con una traslazione verso est) con la vecchia sequenza umbro marchigiana (fig.6)
Tutto finito quindi?? Siamo tranquilli??
Ovviamente NO, in questo campo non ci sono mai certezze, non è dato conoscere se le scosse abbiano esaurito il loro potenziale o meno nell’area, come l’evento di questa mattina, più a nord nel maceratese (Mw 4,8) dimostra, sebbene al momento un nuovo evento di magnitudo elevata (>5,5) non appaia probabile nella medesima area.
Ci sono altri settori dove l’attuale sequenza può propagarsi??
Sempre con l’assoluta coscienza che si valutano solo ipotesi non comprovate, iniziano a circolare articoli che provano ad analizzare quanto può accadere nel settore a sud della sequenza, lungo l’allineamento dei monti della Laga fino al bordo della piana de L’Aquila (fig.7, area con il punto interrogativo).
fig.7
In tal senso, anche dall’estero è presente un interessamento a quanto sta accadendo nelle nostre regioni, con pubblicazioni che iniziano a ipotizzare un attenzione particolare ai settori meridionali dell’area terremotata.
Ecco un’immagine tratta da una recente pubblicazione di un gruppo di ricerca privato statunitense adesempio, che pone l’attenzione su quanto potrebbe accadere nell’area a sud di Amatrice, lungo l’allineamento alla base dei monti della Laga (fig.8, fonte Templor).
fig.8
A prescindere dalla validità delle ipotesi proposte, è stato più volte ripetuto in questa sede come la previsione esatta di un evento sismico sia assolutamente impossibile.
Tuttavia, come analizzato in precedenti editoriali, l’assetto sismotettonico responsabile della genesi dell’attuali scosse, è comune a molti settori interni dell’Appennino, compresi quelli limitrofi dell’attuale sequenza; a tal riguardo, il settore menzionato (a sud di Amatrice) si colloca all’interno di altre sequenze sismiche storicamente documentate, prima tra tutte quella del 1703, in cui proprio l’area compresa tra Amatrice e L’Aquila fu colpita molto duramente da almeno due scosse di magnitudo momento Mw > 6,5 (valori ricostruiti; fonte Catalogo Parametrico dei terremoti Italiani).
In tale occasione, la sequenza iniziò nell’area del Monte Vettore ma successivamente, nell’arco di alcuni mesi, si trasferì più a sud appunto, giungendo fino alla piana de L’Aquila, con effetti purtroppo disastrosi a quel tempo.
In ogni caso, anche con una documentazione storica così dettagliata, la previsione della singola scossa di terremoto non può essere mai condotta con sufficiente sicurezza, è un dato di fatto acclarato. Quello che si può fare è fornire il massimo aiuto alle popolazioni colpite e seguire un attento monitoraggio dell’attività sismica presente nei diversi settori investigati, in particolare quelli non ancora interessati dallo sciame sismico ma comunque collocati nelle vicinanze. Oltre non si può andare al momento.
Grazie per l’articolo, molto interessante.
Forse nella Figura. 5 compare la data 24 ottobre invece di 26?
Un caro saluto
Eleonora
Buonasera
Vorrei sapere cosa origina il terremoto di questi giorni di tipo distensivo, quello in cui si genera una faglia
Non era che le due placche europea ed africana venivano a collisione?
Ho sentito anche che una placca sta scorrendo sotto l’altra, ma allora il terreno non doveva alzarsi?
invece succede il contrario.
sento parlare tanto ma tutti vagamente mai una persona che spieghi bene con esempi.
Grazie
Ciao, ho spiegato tutto nel successivo editoriale che trovi in home page o nella sezione geologia, proprio perchè molti avevano questa curiosità