20-01-2015 - Salve a tutti; nuovo ampio aggiornamento serale per il lungo termine, per dare uno sguardo alle tendenze meteorologiche della parte centrale e decisiva dell’inverno. L’analisi odierna parte dai piani alti, stratosferici, per verificare eventuali correlazioni e linee di tendenza con quanto potrebbe succedere ai piani inferiori, a noi maggiormente pertinenti.
Iniziamo con il vedere quanto previsto alla quotageopotenziale isobarica di 10 hPa, corrispondente a circa 30 km di altezza, nella media stratosfera. Viene confermato, cosa normale ai piani stratosferici, più stabili come comportamento, il displacement del Vortice Polare Stratosferico in area siberiana per la fine del mese di Gennaio. L’onda aleutinica (wave 1), spinge forte dal comparto canadese e tutta la struttura del VPS viene “dislocata” nel comparto siberiano, con minimo proprio lungo la verticale del coste del bassopiano centrale (fig.1).
fig.1
Si tratta di una manovra abbastanza importante in ottica stratosferica, in quanto la struttura stessa del VPS subisce il displacement, sebbene in maniera meno definita, fino alla tropopausa, al confine cioè con la troposfera (circa 10 km di altezza), come ben visibile dalle analisi delle carte a 50 hPa e 100 hPa (20 km e 10 km di quota) per la fine del fine mese (fig.2,3).
A seguire, il VPS resta sempre decentrato nel settore euroasiatico, fino alla comparsa di un nuovo potente warming ai primi di Febbraio proprio nella Siberia centrale, che lo costringe a traslocare proprio sul continente europeo, sotto la nuova spinta della wave 1, questa volta diversamente orientata (fig.4,5)
Da sottolineare come in tutta l’evoluzione mostrata il VPS resti comunque sostanzialmente integro (dinamica displacement appunto), senza smembrarsi in più lobi distinti (dinamica di tipo split). La dinamica di tipo displacement, generalmente, è caratterizzata da conseguenze meno evidenti ai piani troposferici, che a noi interessano, nel senso che il VP, alle quote troposferiche, può benissimo rimanere compatto anche se alle quote superiori viene spostato continuamente per tutto l’emisfero dalla wave 1, come in questo caso. Sicuramente però, le probabilità di vedere una maggiore attività d’onda ai piani troposferici, con VPT meno compatto, aumentano se “salta il coperchio”, ovvero se la struttura alle quote superiori si indebolisce, come se in una pila di dischi verticali, che girano insieme attorno a un’asse, la metà superiore andasse fuori giri, uscendo appunto dall’asse di rotazione per intenderci, condizionando anche quanto accade ai piani inferiori.
Dopo quest’ampia premessa stratosferica, vediamo cosa è previsto oggi alle quote troposferiche dai modelli pomeridiani. In effetti, qualche novità si nota in tutte le emissioni. Sebbene non appaiaiono sostanziali stravolgimenti nella struttura del VPT, compaiono comunque nuove ondulazioni di una certa ampiezza, che tendono a deforamre la struttura nel complesso, indicando la genesi di una possibile saccatura artica di dimensioni rilevanti in discesa lungo la penisola italiana già alla fine di Gennaio, con geopotenziali in quota davvero bassi e minimo al suolo in discesa sui Balcani di 970 hPa (!!!!) nell”ultima emissione, appena uscita proprio mentre si scrive (fig.6).
fig.6
Dall’emisferica appare evidente la spinta aleutinica, centrata ora sullo stretto di Bering e il VPT che è costretto a splittare (scivolare) proprio verso la penisola italiana (fig.8).
fig.8
Se confermate, tali carte indicherebbero una rinnovata attività d’onda a scala emisferica e la possibilità di avere neve a quote basse su tutto il centrosud entro la fine del mese, ma ancora la dinamica è in piena evoluzione, da definire. Confortanti comunque gli aggiornamenti, che indicano una strada abbastanza in linea con tutte le premesse che vedono un probabile cedimento della struttura del VPT nel mese di Febbraio, visto che finora ha smentito tutte le ipotesi analoghe formulate in precedenza ed è difficile credere che la trottola possa “girare” sempre al massimo fino alla fine dell’inverno.
Ciao ciao