Buona sera a tutti, eccoci ritrovati per un nuovo approfondimento meteo-climatico riguardante uno dei temi scientifici più attuali e dibattuti da sempre: la siccità. Come sempre analizzeremo l’argomento nella maniera più oggettiva e realistica possibile attraverso indici e grafici provenienti dall’ente di ricerca IBE-CNR (Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche), che redige bollettini mensili sullo stato della siccità in Italia.
Il Vapor Pressure Deficit (VPD) è un indice climatico che fornisce una misura di quanto è secca (alto VPD) o umida (basso VPD) l’aria. Il protrarsi nel tempo di alti valori di VPD rispetto ai valori medi, soprattutto nei mesi più caldi, possono essere un indice di siccità e possono influire sull’evapotraspirazione e sulla richiesta idrica delle piante e quindi sulla produzione agricola. Dai dati di anomalia di Marzo è evidente un incremento dei valori positivi nell’ultima decade del mese, in particolare al Sud fra il 26 e il 30. Nello stesso periodo è anche evidente la forte anomalia negativa al Nord, dovuta alle piogge e quindi a una maggiore umidità dell’aria.
Anomalie del Vapor Pressure Deficit nel mese di Marzo in Italia – fonte Drought Central
Nel grafico seguente viene riportata la percentuale di territorio regionale affetto da siccità severo-estrema: nel mese di Marzo solo la Sicilia presenta livelli di siccità elevati, mentre segnali più estesi sono evidenti soprattutto sul medio e lunghissimo periodo. Rispetto al semestre, infatti, le regioni meridionali hanno percentuali che vanno dal 5% in Basilicata al 90% in Sicilia a cui si aggiunge l’Abruzzo con quasi il 2%. Sui 24 mesi alle regioni del sud si aggiungono alcune del nord-ovest e nord-est con al massimo l’11% di territorio affetto da deficit severo-estremo.
A sinistra: la percentuale di territorio regionale affetto da siccità severo-estrema negli ultimi 6 mesi. A destra: la percentuale di territorio regionale affetto da siccità severo-estrema negli ultimi 24 mesi. Fonte: Drought Central.
Di seguito viene riportata la percentuale di aree agricole interessate da siccità severo-estrema: i valori di Marzo indicano che sul medio periodo (6 mesi), sono le aree con predominanza di colture non irrigue ad essere maggiormente interessate dal fenomeno (17,6%), seguite da prati-pascoli e terreni misti. Rispetto allo SPI24, invece, c’è un equilibrio fra le 3 classi agricole principali; solo lievemente interessati i terreni misti.
Percentuale di aree agricole interessate da siccità severo-estrema a diverse scale temporali – fonte Drought Central
Per quanto concerne la percentuale di popolazione esposta a siccità, i valori di esposizione sono evidenti in particolare sul medio periodo (6 mesi) con quasi il 10% della popolazione affetta da livelli di deficit di pioggia severo-estremi, seguito da quello a 24 mesi, con valori più contenuti nelle classi più critiche.
Percentuale di popolazione esposta a siccità a diverse scale temporali – fonte Drought Central
Lo Standardized Precipitation Index (SPI) è un indice climatico che quantifica un deficit o surplus di pioggia rispetto ai valori medi e a diverse scale temporali (usualmente 1, 3, 6, 12, 24 e 48 mesi), consentendo la determinazione delle diverse tipologie di siccità, dalla meteorologica all’agricola e all’idrologica. A Marzo le piogge sono state al di sopra della media su tutto il Nord e buona parte del Centro Italia, ma ancora scarse in Sicilia, Calabria e Basilicata. Situazione analoga sul trimestre Gennaio-Marzo, anche se con valori inferiori al centro.
Standardized Precipitation Index calcolato rispettivamente su 1 (sinistra) e 3 mesi (destra) – fonte Drought Central
Sul semestre Ottobre-Marzo, invece, emerge la pesante situazione sul fronte della siccità in Sicilia, ma anche Sardegna orientale, Calabria, Basilicata e Puglia risentono di un deficit importante. Sul lungo e lunghissimo periodo (12-24 mesi) il Nord sembra aver recuperato quasi del tutto (a parte qualche zona sparsa), mentre al Sud si evidenzia una situazione che evidentemente era latente.
Standardized Precipitation Index calcolato rispettivamente su 6 (sinistra) e 12 mesi (destra) – fonte Drought Central
L’Evaporative Stress Index (ESI) indica qual è il tasso di evapotraspirazione (tasso di perdita di acqua per evaporazione del suolo e per traspirazione delle piante) rispetto alle condizioni normali e fornisce indicazioni “proxy” circa la rapida evoluzione dell’umidità superficiale del suolo e delle condizioni di stress delle colture. Le alte temperature di degli ultimi mesi hanno fatto sì che i valori di anomalia dell’indice rimanessero per lo più negativi su buona parte del territorio nazionale, con qualche eccezione nella Pianura Padana, in diverse zone della Sardegna, litorale tirrenico e sud della Puglia.
Indice di stress evaporativo calcolato su due diversi periodi temporali: 5 Marzo -1 Aprile (sinistra), 9 Gennaio – 1 Aprile (destra). Fonte: Drought Central.
Una buona continuazione di serata a tutti voi da Michele Tonnini, Meteorologo e Staff Meteoscienza.