08-11-2015 - Salve a tutti, aggiornamento modelli sempre più improntato alla definizione di un mese di Novembre dalle carateristiche alquanto inusuali, in termini di dominio, perlomeno nel breve e nel medio termine, di una possente figura anticiclonica in graduale affermazione nel bacino del Mediterraneo (fig.1).
fig.1
La struttura anticiclonica in affermazione sopra le nostre teste possiede una estensione e potenza davvero inusitate per il periodo, trattandosi di una figura dinamica, presente cioè a tutte le quote e non solo al suolo. La sua potenza è direttamente proporzionale e correlata a quella del Vortice Polare, la cui struttura sta raggiungendo il picco del valore previsto di AO (fino a +5), per poi iniziare a perdere (relativamente) potenza nella seconda parte della prossima settimana. Il presente editoriale, come sempre, cerca di investigare le possibili vie d’uscita dallo stallo anticiclonico in atto nelle nostre regioni, la cui durata, è bene chiarirlo, non dovrebbe essere inferiore a 7-10 giorni.
Le odierne elaborazioni dei modelli mostrano però alcune interessanti prospettive per l’ultima decade del mese, con la genesi e la crescita di alcune strutture e dinamiche tipicamente invernali, quali, ad esempio, l’anticiclone termico russo-siberiano, che appare, nelle odierne elaborazioni, supportato anche da cellule dinamiche in quota, molto utili a rafforzare la struttura di blocco a est dell’Europa.
Andiamo per gradi; a differenza di ieri, le ultime emissioni del modello americano evidenziano la nascita di una cellula altopressoria nell’area artica russa, che inizia a esercitare un’utile opera di “punzonamento” del Vortice Polare (fig.2).
fig.2
Le linee continue gialle (per le basse pressioni) e nere (per le alte pressioni) evidenziano bene la nascita di una contrapposizione nelle regioni polari. Tale aspetto diviene molto più evidente nel prosieguo della emissione, sia nel modello americano, sia in quello europeo, come evidenziato in fig.3.
fig.3
In fig. è stata distinta, nelle strutture altopressorie, l’azione della cellula dinamica in quota dall’adiacente struttura termica al suolo (in giallo). L’azione ibrida dei due anticicloni sembra poter contrastare il dominio del Vortce Polare in Artico.
Lo “scontro tra titani” è sempre più acceso e, a fine seconda decade, ecco la netta contrapposizione a scala emisferica tra le due immense strutture (fig.4).
fig.4
In questa fase il VPT è ancora poco deformato e il getto polare scorre ancora alto sopra le Alpi, nessuna conseguenza particolare quindi per le regioni italiane. L’equilibrio così formato è però precario e uno dei due contendenti deve cedere; nella emissione notturna del modello americano, il VP “cede” finalmente qualcosa e può partire una corposa colata gelida verso l’Europa orientale, questa volta con possibili risvolti per l’Italia (fig.5).
fig.5
Termiche davvero interessanti, ormai l’inverno è vicino e l’artico si è raffreddato, un nocciolo gelido fino a -16° C a 850 hPa (1500 m) giunge a lambire i Balcani, con possibile prosecuzione del moto retrogrado verso ovest (fig.6).
fig.6
Rispetto all’editoriale emesso ieri sera, a oggi si ripropone la seconda ipotesi paventata come sblocco allo stallo anticiclonico, ovvero la colata gelida continentale. La strada è ancora lunga a riguardo, ci attendono molte giornate soleggiate (godiamocele almeno) e/o nebbiose, come in Pianura Padana e, per adesso, di precipitazioni non ve ne è traccia. Quelle indicate sono però le possibili vie d’uscita.
Ciao cisao