05-02-2016 - Salve a tutti, nuovo aggiornamento serale, questa volta mirato ad avere una visione più ampia del lungo termine, con le dinamiche atmosferiche che si “agitano” ma, purtroppo, senza riuscire per ora a sconfiggere il “rullo compressore” del VP a tutte le quote. Vi sono alcune annotazioni da fare in merito al tempo che potrebbe caratterizzare la seconda metà di Febbraio e le tendenze per la terza.
1) Viene confermata anche dal modello americano l’arrivo di una vera burrasca nordatlantica, veloce ma intensa, con venti molto forti sudoccidentali tra martedì e mercoledì della prossima settimana (fig.1).
fig.1
Piogge e nevicate in montagna non dovrebbero mancare su molte regioni, come precisato nell’editoriale di questa mattina.
A seguire, come accennato, il VP in troposfera non mostra particolari segnali di cedimento, restando nel complesso compatto, sebbene non con una configurazione in prima armonica, ma piuttosto soggetto a frequenti sbilanciamenti nei diversi settori emisferici. Tale dinamica, ricollegabile comunque a quanto sta avvenendo in stratosfera, potrebbe essere la chiave di lettura per consentire l’arrivo di peggioramenti di una certa entità nel Mediterraneo con contributi freddi rilevanti (fig.2).
fig.2
Come si vede dalla fig.2, nonostante un assetto piuttosto compatto, il VP appare deformato lungo due assi distinti, in cui il maggiore punta proprio verso il Mediterraneo, con una possibile irruzione artica di grande rilevanza dopo metà mese (fig.3).
fig.3
Affinchè simili evoluzioni si realizzino, occorrerà sempre fare i conti con la tenuta del nocciolo gelido europeo. In tal senso, l’anticiclone delle Azzorre produce davvero uno sforzo notevole per cercare di puntare verso nord, andando a impossessarsi del settore a sud della Groenlandia, ormai da mesi dominio assoluto delle depressioni artiche. Qualora tale manovra riuscisse, potremmo andare incontro a un evento freddo e perturbato significativo dopo metà mese, con una colata artica a lato della risalita azzorriana, già intravista in fig.3 nell’ultima emissione del modello americano. Il tutto sarebbe anche in buon accordo con le dinamiche stratosferiche, che vedono nei prossimi giorni il warming produrre la massima deformazione del VPS nella media stratosfera, con il valore minimo dei venti zonali (10,2 m/s, fig.4).
fig.4
Come già ribadito in più occasioni, nonostante l’azione davvero imponente della wave 1 aleutinica, non parte in stratosfera una dinamica per split e l’anticiclone polare non riesce ad affermarsi pienamente in artico, in quanto l’inversione della direzione delle correnti in stratosfera (segno negativo di U) non si realizza, per quanto la loro diminuzione di velocità sia a 60° sia davvero notevole. Tuttavia, abbiamo visto come anche un semplice sbilanciamento del VP possa produrre evoluzioni piutosto interessanti, monitoreremo il tutto.
Ciao ciao