25-02-2015 - Salve a tutti; finalmente un aggiornamento nel lungo termine maggiormente ricco di dettagli. Molte le cose da dire in merito alla evoluzione del tempo in ambito mediterraneo. Innanzitutto, un’istantanea della situazione attuale è doverosa, con l’intenso vortice ciclonico presente nel basso Tirreno, che ha generato maltempo in Adriatico e in molte altre regioni del centrosud (fig.1).
fig.1
L’instabilità attualmente presente su molte regioni italiane sarà dura a morire, sebbene si andrà attenuando gradualmente, sotto l’azione, a scala emisferica, di un forte ricompattamento del Vortice Polare, già in atto ed evidenziato dagli elevati valori del NAM raggiunti nelle ultime rilevazioni (+1,8 il 22 Febbraio, superata nettamente la soglia di B&D, fig.2).
fig.2
Com’è noto, il NAM (North Anular Mode) è indicativo dello stato di salute della struttura del VPS-VPT ai vari piani isobarici (al livello del mare coincide con l’AO). Statisticamente, è stata riscontrata una forte correlazione “tra il valore del NAM alla quota geopotenziale di 10 hPa e il comportamento del Vortice polare Troposferico nei successivi 60 giorni”. Nel caso specifico, il VPT dovrebbe rafforzarsi ulteriormente nei prossimi 60 giorni. Tale correlazione, va ribadito, è di tipo statistico, non si tratta una legge deterministica incontrovertibile, come un pulsante on-off. Sicuramente, il superamento deciso e duraturo di tale soglia rende molto probabile un periodo caratterizzato dall’avere una struttura del VPS-VPT molto forte.
Cosa dicono in merito i modelli attuali per le quote troposferiche?? Che non tutto è perduto in realtà. Il concetto stesso di Vortice Polare in rinforzo non deve necessariamente significare assenza di fenomenologie alle medie latitudini.
Nei prossimi giorni quindi, il VPT continuerà a rafforzarsi, ma non si accentrerà al polo, tendendo piuttosto a decentrarsi, allungandosi, come affermato nei giorni scorsi, secondo un asse maggiore Labrador- Siberia orientale (fig.3).
fig.3
Tale manovra manterrà il nucleo principale del VPT stesso lontano dal nostro settore di emisfero, ma ciò avverrà (sembra ormai molto probabile) tramite il distacco di un nucleo artico piuttosto corposo, in discesa verso i Balcani e l’Adriatico (fig.3). Tutti i modelli sono concordi nel definire la dinamica descritta, ormai alle 192-216 h. Il modello europeo oggi abbraccia ad esempio le ipotesi del modello americano ed evidenzia come la prosecuzione della evoluzione descritta sia quasi obbligata, con la rotazione in senso orario dell’asse del blocco azzorriano e la regressione della cellula artica stazionante nei Balcani verso l’Italia (fig.4).
fig.4
In tale contesto, è ovvio che quanto più il VPT riuscirà a indebolirsi, tanto più il lascito freddo dall’artico sarà cospicuo, nel senso che l’anticiclone delle Azzorre avrà maggiore capacità di penetrare in Artico, asportando il nucleo gelido, diretto poi inevitabilmente verso l’Europa orientale.
Quanto descritto finora quindi, non è in contraddizione con l’ipotesi, avvalorata dal rafforzamento del NAM, di un VPT ancora forte per molti giorni. Alla quota di 10 hPa, riferimento quindi per la valutazione del superamento della soglia di 1,5, il VPS è visto comunque sempre molto forte e accentrato, di forma meno ellittica rispetto a ieri (fig.5).
fig.5
Vedremo quanto potrà concedere alle nostre lande una simile evoluzione, in sostanza quanto il VPT riuscirà rilasciare in termini di freddo per le medie latitudini, ma nulla è scontato; a riguardo le ipotesi del lungo termine mattutino del modello americano evidenziano addirittura una bilobazione del VPT, con nuovi afflussi freddi a componente continentale prevalente (fig.6).
fig.6
In ogni caso, una regressione di una cellula artica, successivamente continentalizzata, appare probabile nella prima decade di Marzo, l’entità della fenomenologia sarà da definire nei prossimi giorni.
Ciao ciao