12-11-2015 - Salve a tutti, consueto aggiornamento serale, mirato a sottolineare la genesi di alcune evoluzioni interessanti, già ipotizzate in mattinata, che trovano gradualmente conferma nelle successive emissioni dei modelli.
L’emissione serale del modello americano infatti, ricollegandosi a quanto descritto nell’editoriale del mattino, evidenzia la notevole capacità inerziale dell’anticiclone siberiano di deformare la struttura del VPT, facendola praticamente coricare su un fianco, secondo un asse oblungo dall’Alaska verso l’Europa (fig.1).
fig.1
Il primo effetto di tale manovra è la genesi di veloci passaggi perturbato oltralpe, in scivolamento verso l’Adriatico settentrionale, con lieve instabilità nelle nostre regioni più orientali. Ma nell’ultimo run del modello americano tale azione è piuttosto continuata, fino a trovare risposta in Atlantico nell’anticiclone delle Azzorre (H2) e poter generare un vero e proprio split, piuttosto corposo, del Vortice Polare in Atlantico, diretto finalmente verso la barriera alpina (fig.2).
fig.2
La saccatura che ne scaturisce sarebbe piuttosto efficace per le Alpi, con nevicate copiose a quote intorno 500-700 m (più basse a ovest) e a quote medie in Appennino, fino alle regioni centrali (fig.4).
fig.4
Splendida evoluzione per fine Novembre, che risulta compatibile con un assetto del Vortice Polare guidato da AO+. Non sarebbe necessario quindi uno stravolgimento barico al polo per beneficiare di piogge e nevicate anche intense per alcuni giorni, secondo tale configurazione.
L’incognita, come al solito è rappresentata dalla stratosfera, il cooling a 10 hPa, secondo i nuovi aggiornamenti, è sempre più intenso, si prevedono fino a -84° C a fine mese (fig.5).
fig.5
Il nam pertanto continua a salire e, sempre alla quota significativa di 10 hPa, è arrivato intorno a 1,1 (fig.5).
fig.5
In tal senso, un’analisi, per essere obiettiva, non può non tener conto che, se venisse superata i ripetutamente la soglia di 1,5 nei prossimi giorni, le previsioni dei modelli potrebbero subire una decisa virata verso un ulteriore compattamento del VPT e, pertanto, le evoluzioni che presentano saccature alle medie latitudini potrebbero essere cancellate o venire notevolmente ridimensionate. Dei motivi per cui ciò potrebbe accadere se ne è parlato approfonditamente in altri editoriali; in questa sede ci si può limitare ad affermare che, come tutti gli indici, anche il NAM riassume semplicemente un comportamento, altrimenti lungo da descrivere in altri termini. La sua applicazione è risultata molto valida in termini statistici ed è difficile sfuggire alla legge formulata a da Baldwin e Dunkerton.
Per adesso però, il VP è ancora sotto controllo e, pertanto, le evoluzioni descritte nel presente editoriale sono compatibili con le osservazioni interenti la circolaizone atmosferica generale nell’emisfero boreale.
Ciao ciao