08-12-2016 – Salve a tutti, aggiornamento festivo ricco di spunti di discussione in merito alla evoluzione dell stagione in corso.
Tempo in miglioramento anche nelle regioni meridionali, dopo le piogge dei giorni scorsi, mentre nelle altre regioni regna l’alta pressione, che come, discusso nei precedenti editoriali, tende a coricarsi nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa occidentale, inaugurando una parentesi di zonalità in Atlantico a prte del nostro continente (fig.1).
fig.1
Tale fase dovrebbe avere la durata di 4-5 giorni, fino a poco prima della metà mese del mese, quando le ondulazioni del getto polare saranno maggiormente presenti nel nostro settore di emisfero, ma con scarsi risultati in termini di freddo e precipitazioni per il Mediterraneo (fig.2).
fig.2
In realtà la fase descritta non è ancora ben definita nelle proiezioni dei modelli, che nella visione delle ensemble (le corse perturbative mirate a verificare la validità previsionale del modello) continuano a vedere la possibilità di una irruzione fredda di probabile origine continentale nelle nostre regioni e in particolare nel versante Adriatico prima della metà del mese (fig.3).
fig.3
Attenzione quindi alle prossime emissioni, ci potrebbe essere anche la sorpresa gelida, magari temporanea, a metà mese, come ad esempio visualizzato nell’emissione successiva del modello americano, dove una massiccia irruzione fredda continentale prende le mosse verso i Balcani, ma anche su buona parte della nostra penisola il giorno 16,con temperature a 850 hPa (1500 m) davvero rigide (fig.4).
fig.4
Nel prosieguo della emissione del modello americano il Vortice Polare, sorgente di freddo (e sostanzialmente della dinamicità meteorologica in inverno) del nostro emisfero, viene visto ancora alquanto mobile, con vistosi decentramenti verso i due lobi canadesi e siberiani (fig.5).
fig.5
Il modello americano non è ancora ben chiaro per quanto riguarda l’evoluzione dopo metà mese, ma appare abbastanza congruente l’ipotesi di uno sbilanciamento di un nucleo freddo artico verso il Mediterraneo, spinto da un intrusione in Artico dell’onda aleutinica (W1, fig.6).
fig.6
Secondo tale evoluzione, proprio alle porte del periodo natalizio un affondo artico potrebbe realizzarsi nel Mediterraneo centrale nelle nostre regioni, con neve a bassa quota sui rilievi alpini e appenninici (fig.7)
fig.7
Si tratta ancora solo di una linea di tendenza, va chiarito, che deve anche fare i conti, peraltro, con l’evoluzione ai piani superiori, in stratosfera .
Ad oggi infatti, nel medio termine, i riscontri stratosferici alle evoluzioni in troposfera sono confortanti, con un VPS visto ancora piuttosto debole nella media stratosfera, addirittura con accenno di bilobazione nelle ultime emissioni (fig.8).
fig.8
Sta facendo però discutere in rete la previsione odierna del modello europeo riassunta nella fig.9.
fig.9
Riassumendo brevemente i concetti espressi nella fig.9, è previsto che le velocità zonali nella media e alta stratosfera siano in aumento nei prossimi 10 giorni, con il VPS che si dovrebbe quindi rafforzare parecchio (ruota più veloce) e con i relativi disturbi che potrebbero contrastare tale dinamica potrebbero azzerarsi (grafico n.3 della figura).
Come abbiamo visto in molti editoriali, a cui si rimanda per approfondimenti (da leggere anche questo secondo editoriale ), una tale manovra potrebbe rendere più difficile la dinamicità atmosferica nell’inverno in corso per un periodo di tempo abbastanza prolungato.
Approfondiremo nei prossimi giorni tali aspetti se sarà il caso, per adesso però, nulla di tutto questo è visibile nelle emissioni in troposfera e, pertanto, attendiamo una possibile prima bordata fredda alla metà del mese (da definire però) e un secondo affondo perturbato di maggior rilevanza a inizio terza decade.
Ciao ciao