08-01-2020 - Salve a tutti, editoriale serale, quello finale, a commentare quella che sembra finalmente essere il concretizzarsi di alcune ipotesi formulate in questi giorni, non ultimo il ragionamento esposto nell’ultimo editoriale, quanto mai tempestivo senza che fosse ancora uscita l’emissione serale del modello europeo.
Andiamo per gradi; abbiamo più volte rimarcato come il VP in questo periodo sia particolarmente sensibile ai disturbi operati dalle onde planetarie, a maggior ragione dopo che è stata superata la soglia NAM di -3 a 10 hPa (vedi editoriale precedente).
fig.1
Tale aspetto, nei prossimi giorni, fino alla metà del mese, non avrà risvolti particolarmente evidenti per le nostre regioni a eccezione della piccola “tempesta” domenicale, di cui parleremo domani, nella previsione a breve termine. Prima di metà mese però, si evince un assetto che vede una pausa soleggiata nelle nostre regioni e un aumento delle temperature al centronord. Dalla fig.1 si vede però come il VP non sia compatto ma piuttosto si presenti suddiviso n diversi lobi, con una struttura altopressoria al centro.
Già solo questa dinamica lascerà scivolare, proprio a partire da metà mese, nuclei artici sempre più freddi lungo il bordo orientale dell’anticiclone in Atlantico, che assumerà sempre più vigore e i primi impulsi perturbati dovrebbero andare a colpire il centrosud proprio nel week-end successivo, questa volta con nevicate a quote basse, praticamente quasi fino alla costa adriatica, stante le temperature previste a 850 hPa su valori fino a -8, -10 C.
fig.2
A differenza di altre occasioni però, la sfuriata continentale non sarà una parentesi ma il frutto di un cambio di assetti a scala generale, dove in Atlantico l’anticiclone delle Azzorre andrà sempre più a gonfiarsi, lasciando letteralmente scivolare nuclei gelidi dalle regioni artiche verso il Mediterraneo.
fig.3
A scala emisferica è evidente come tale discesa fredda sia resa possibile dalla spinta azzorriana n Atlantico coadiuvata a sua volta dal vuoto di geopotenziali in artico.
fig.4
La dinamica descritta non sarebbe mai stata possibile con un VP compatto ed ecco perchè in questi giorni si rimarca sempre lo stato di debolezza del VP stesso, che consente la messa in moto di simili evoluzioni.
Da sottolineare come l’evoluzione finale mostrata dal modello europeo si presti ai sogni più sfrenati, in quanto già limitata al pannello mostrato è in grado di generare nevicate a quote basse o addirittura di pianura su molte regioni italiane, anche del centrosud.
fig.5
Del resto il modello europeo se ne accorge evidenziando una copertura nevosa a fine emissione che copre quasi tutto l’Appennino e le colline del centrosud, fino alle porte di Roma.
fig.6
Da sogno la copertura nevosa nelle regioni centrali, la capitale sfiorata.
fig.7
Insomma, l’emissione serale è solo un tentativo tra i molti che vedremo, data la distanza temporale notevole, ma è sintomatico che i modelli inizino ad accodarsi a quanto previsto sulla base dell’andamento di alcuni indici, come il dato del NAM discusso nel dettaglio nel precedente editoriale.
Sognare è lecito quindi.
fig.8
Ciao ciaop