14-01-2015 - Salve a tutti; evoluzione nel Mediterraneo che si appresta a cambiare, dopo un lungo periodo stabile e con temperature miti, generalmente sopramedia. Una prima perturbazione Atlantica, dopo una serie di passaggi che sfioreranno la barriera alpina, dovrebbe fare il suo ingresso più deciso nel Mediterraneo nelle prime ore della giornata di sabato, rovinando il week-end in molte regioni del centronord, meno al sud, ma con quota neve piuttosto elevata sia su Alpi, sia in Appennino. Approfondiremo i singoli passaggi perturbati nei prossimi giorni; in questa sede, come sempre focalizzata sulle tendenze, risulta più utile vedere subito la carta riguardante la tarda serata di sabato, in cui la prima perturbazione ha ormai aperto la strada per l’arrivo del “treno” perturbato Atlantico e una saccatura più ampia si va formando, inizialmente alimentata da aria polare marittima, ma con contributo Artico sempre maggiore (fig.1).
fig.1
Nella fig.1, estratta dal modello europeo, è stata evidenziata la presenza della prima perturbazione, in allontanamento al nordest, seguita da una pausa “interciclonica”, in quanto a ovest una nuova perturbazione sta approcciando le coste della penisola iberica, pronta a colpire le regioni italiane nelle prime ore di lunedì.
Da questo momento in poi (inizio prossima settimana) i modelli sono concordi nel prevedere un’evoluzione peculiare delle figure bariche del comparto europeo che potremmo definire “taglia e cuci”. Ecco la dinamica spiegata con varie figure successive, prelevate dal parallelo del modello americano.
Lunedì 19 Gennaio: saccatura Artica in azione sull’Europa, con asse centrato proprio sull’Italia, il blocco in Atlantico dell’Anticiclone delle Azzorre chiude temporaneamente il percorso del flusso Atlantico, ma la spinta del lobo canadese è molto forte e un nuovo nucleo perturbato arriva nuovamente dall’Atlantico, si riapre l’alimentazione Atlantica polare marittima (fig.2)
fig.2
Giovedì 22 Gennaio: il nucleo appartenente al lobo canadese si distacca dalla struttura del Vortice Polare, “tagliato” dalla nuova rimonta azzorriana e si dirige verso il Mediterraneo, isolando una cellula altopressoria a nord della scandinavia; nuova fase di maltempo nel Mediterraneo, con nevicate a quote basse nelle Alpi, quote medie in Appennino (fig.3)
Venerdì 23 Gennaio: Il nucleo perturbato in quota si è ormai assestato nel Mediterraneo; tentativo di ponte altopressorio con l’alta pressione scandinava da parte dell’anticiclone delle Azzorre, parzialmente riuscito, con freddo su tutta Italia e nevicate al centrosud a quote medio-basse. Il Vortice Polare appare però troppo compatto a maldisposto, l’alimentazione fredda continentale nel Mediterraneo viene parzialmente soppressa (fig.5).
fig.5
Ecco quindi motivata la definizione “taglia e cuci”, con l’anticiclone delle Azzorre che, ritmicamente, apre e chiude il flusso Atlantico diretto verso il Mediterraneo. Con tale evoluzione le temperature tenderanno comunque a diminuire gradualmente su tutte le regioni italiane, con nevicate a quote sempre più basse nella terza decade di Gennaio, grazie alla costante alimentazione fredda, via via più continentale; molto buona in tal senso anche la carta del modello europeo per la data del 24 Gennaio (fig.6), l’attività delle onde planetarie ben visibile a scala emisferica.
fig.6
Quale potrebbe essere poi il nostro destino, in termini meteorologici, per la fine di Gennaio?? Attualmente il modello americano evidenzia un generale ricompattamento del Vortice Polare, sebbene in tutte le emissioni vi sia sempre un abbozzo di ponte altopressorio tra Azzorre e struttura euroasiatica (fig.7).
fig.7
Come ribadito anche ieri (ved. editoriale), se il VPT entro la fine del mese andrà incontro a un ulteriore indebolimento, il gran finale dell’evoluzione con saccatura Artica descritto finora potrebbe essere una massiccia alimentazione gelida continentale (ponte di Woeikoff alto); al momento però, con la struttura del VPT inquadrata dai modelli, troppo massiccia e ingombrante sulla Scandinavia, l’alimentazione fredda continentale risulterebbe troppo scarsa e bassa di latitudine per rappresentare un evento degno di nota (fig.7).
Ma non è affatto detto che il Vortice Polare rimanga così compatto, seguiremo gli aggiornamenti.
Ciao ciao