07-01-2021 - Salve a tutti, editoriale di opportuno aggiornamento ricco di dettagli, in una evoluzione meteorologica che si fa sempre più interessante, nel periodo dell’anno maggiormente deputato alla genesi di freddo e nevicate nelle nostre regioni.
Analizziamo la situazione attuale, discussa anche nella diretta del mattino.
fig.1
Come si vede dall’immagine satellitare, il Mediterraneo centrale rappresenta ormai il punto di arrivo di un lungo canale perturbato, il cui principio è rappresentato dall’appendice atlantica del lobo canadese e attraverso il quale sono visibili almeno tre sistemi frontali. Partendo da destra, il primo è quello che ci ha colpito il giorno 5, il secondo, piuttosto debole, sta transitando al nord n parziale frontolisi, ma andrà comunque ad alimentare il vortice presente nelle regioni meridionali e il terzo, il più intenso, ampio e ben strutturato, si distende attualmente in pieno atlantico, facendo perno sulla depressione semipermanente islandese.
L’ultimo sistema menzionato, indicato con il numero 3, sarà quindi quello che colpirà le nostre regioni, in prevalenza quelle peninsulari, il Domenica 9, con una coda anche per buona parte del giorno 10, Lunedì.
Vediamo perchè sarà più intenso e persistente. Ecco la carta di previsione per il pomeriggio di Domenica 9.
fig.2
Come si vede dalla fig.2, l’anticiclone delle Azzorre fornirà la spalla per l’affondo perturbato nelle nostre regioni e la perturbazione vista ora in Atlantico la ritroveremo con un minimo nelle regioni centromeridionali Domenica 9 appunto. Il minimo associato sarà piuttosto approfondito (fino a 996 hPa) e, aspetto molto importante, sarà seguito più a nord da un nucleo gelido in quota, con valori dino a -35 C a 500 hPa, in questa fase ancora collocato oltralpe.
Vediamo quindi di seguito la situazione lunedì mattina. Il nucleo in quota ha raggiunto il minimo al suolo, che non si allontanato molto e che di fatto diventa un vortice freddo barotropico, con la struttura allineata a tutte le quote e con venti piuttosto forti da Grecale su tutte le regioni centrali, convergenti attorno ai minimi di pressione nelle regioni meridionali.
fig.3
Guardando i dettagli della evoluzione descritta, ecco la previsione di stamattina del modello europeo per la notte tra Domenica e Lunedì, quando il nucleo gelido in quota sta raggiungendo il minimo al suolo, fornendo persistenza al maltempo e alle nevicate su buona parte della dorsale appenninica.
fig.4
Come mai risulta molto importante descrivere le dinamiche associate alla presenza di un minimo in quota??
Ebbene, In presenza di un afflusso di aria polare marittima, ovvero proveniente dal nord Atlantico ma al di sotto del circolo polare artico (Labrador), la traccia dell’origine gelida della massa d’aria resta in quota, in quanto nei bassi strati si riscalda nel suo passaggio sull’oceano atlantico.
In questo caso, l’arrivo di un nucleo così intenso, lascia una traccia tangibile del freddo originario, ben inquadrata dalla visione del nucleo gelido a 500 hPa, proteso verso il Mediterraneo centrale nella previsione del modello americano.
fig.5
Il risultato finale di tale dinamica è la genesi di nevicate a quote molto basse di larghe porzioni della dorsale appenninica; ecco la previsione per la neve al suolo del modello europeo per Domenica notte.
fig.6
Come si vede, ampie porzioni della dorsale appenninica vedranno la neve e altra ne farà più a sud nella giornata di lunedì tra Calabria e Sicilia.
Ricapitolando, queste dovrebbero essere le diverse fenomenologie:
DOMENICA 9 – NEVE già dalla tarda mattinata tra Toscana, Umbria e Marche, in progressivo abbassamento di quota fino alla bassa collina (200-300 m); al pomeriggio estensione dei fenomeni a Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Puglia settentrionali. Quota neve in progressivo abbassamento anche in queste regioni fino a quote collinari, dai 300-400 m di Lazio e Abruzzo e Molise in nottata a 500-600 su Campania e Puglia
LUNEDI’ – NEVE al mattino ancora nelle centrali interne, fino alla Basilicata, rilievi pugliesi e campani interni fino a 400-500 m, riprende a nevicare sulle Marche, forse fino alla Romagna, fino alla bassa collina (200-300 m). Tra Sicilia tirrenica e Calabria al quota neve si spinge fino 800-900 m, localmente più in basso sul cosentino.
Insomma, una grande burrasca invernale, come dicevamo ieri e il freddo potrebbe continuare anche in seguito, come mostra il modello americano, con una circolazione secondaria fredda proprio intorno al 13 Gennaio, in luogo del previsto anticiclone.
fig.7
Tale aspetto sarebbe favorito da un “travaso di vorticità dal lobo canadese a quello siberiano, ovvero il VP si sposta con il suo centro di massa verso la Siberia e in Atlantico l’anticiclone delle Azzorre può elevarsi maggiormente.
Ecco la nuova irruzione fredda prevista dal modello americano per il giorno 13, il freddo c’è, per ora con scarse precipitazioni.
fig.8
Inverno apertissimo quindi e anche dalla stratosfera giungono segnali positivi, con assenza di coupling in troposfera e con il VP che alle quote inferiori resta disturbato.
fig.9
Insomma, ci attende ancora un grande inverno, anche per il lungo termine, di cui parleremo nei prossimi giorni, ecco un esempio del modello americano.
fig.10
Ciao ciao