23-12-2016 – Salve a tutti, nuovo lungo editoriale prefestivo, mirato a inquadrare soprattutto le tendenze nel medio lungo termine, alla luce anche di una certa staticità meteorologica nel breve, che risulta ormai abbastanza definito in termini previsionali.
Abbiamo visto infatti nei precedenti editoriali, come il periodo natalizio trascorrerà, nelle regioni italiane, con netta prevalenza di sole e temperature sopramedia su tutte le aree peninsulari e nei settori alpini. Le uniche eccezioni, a tale andamento, saranno rappresentate da una graduale affermazione delle nebbie nel catino padano, nelle altre pianure interne del centro e, in alcuni casi, da banchi di nubi basse nei settori costieri del golfo ligure e dell’Adriatico settentrionale. Insomma, in poche parole, un’evoluzione meteorologica caratteristica delle grandi strutture altopressorie invernali, come quella in netta affermazione al momento nelle nostre regioni (fig.1), caratterizzate da scarso rimescolamento d’aria nei bassi strati.
fig.1
Cosa accadrà quindi dopo??
Ebbene, negli odierni aggiornamenti dei modelli, sembra prendere corpo una dinamicità atmosferica sempre più marcata a partire al periodo di Capodanno, che potrebbe condurre a evoluzioni anche ricche di episodi nevosi per molte regioni italiane, ma si tratta di ipotesi alquanto lontane, che proveremo comunque a descrivere.
In sostanza, l’alta pressione dominante fino agli ultimi giorni dell’anno nel Mediterraneo, inizierà a spingere verso nord in Atlantico proprio intorno Capodanno, generando come risposta una saccatura a matrice artica verso l’Europa (fig.1)
fig.1
Nella visione del modello americano le due onde planetarie si muovono simultaneamente, deformando fortemente il VP. Tale visione, sebbene con le dovute differenze, è confermata dal modello europeo, che evidenzia una notevole attività d’onda azzorriana, in risalita in Atlantico e, anche in questo caso, un peggioramento del tempo di stampo invernale potrebbe quindi aver luogo nel Mediterraneo subito dopo Capodanno (fig.2)
fig.2
Sebbene con notevoli differenze tra le diverse emissioni, il modello americano continua a proporre, a fasi alterne, l’arrivo di un periodo freddo (anche molto freddo) e perturbato nel periodo tra Capodanno ed Epifania (fig.3).
fig.3
Conseguenze davvero eclatanti per le nostre regioni, con un affondo artico di grande portata, d’altri tempi potremmo dire, freddo e neve su tutto il centronord in trasferimento al sud tra Capodanno ed Epifania (fig.4).
fig.4
Si tratta sicuramente di un’emissione particolarmente favorevole (non necessariamente la più fredda). Molto interessante però, a riguardo, quanto previsto dagli spaghetti delle previsioni ensemble, che evidenziano anche oggi, in particolare per le regioni adriatiche, la possibilità dell’arrivo di una prima irruzione fredda già subito Natale, intorno il giorno 28 Dicembre, seguita dalla seconda fase perturbata dopo Capodanno (fig.5)
fig.5
Insomma, il VP per adesso viene visto molto dinamico con il nuovo anno, con evoluzioni a carattere freddo anche durature (fig.6).
fig.7
In tal caso, la genesi di nevicate a quote basse su larghe porzioni del centronord non sarebbe un’utopia, come riportato dalla carta delle anomalie di temperature al livello del mare del modello americano, ma per adesso le probabilità sono ancora basse, ci sono molte incognite (fig.8).
fig.8
In particolare, resta la spada di Damocle del cooling stratosferico in piena azione e del valore de NAM che continua a salire, pari a 1,0 in data 19 Dicembre (fig.9).
fig.9
L’aggiornamento di Patrick Martineu, più recente, vede puntare tale indice deciso verso la soglia in effetti, ma non è ancora raggiunta (fig.10)
In sostanza, per quanto non si possa fare una previsione con un solo indice, la statistica non depone a favore di un inverno dinamico qualora fosse superata la fatidica soglia di 1,5 e il responso lo sapremo tra qualche giorno, un bel regalo di Natale.
Nel frattempo, i modelli ci fanno ancora sognare e noi continuiamo a farlo.
Ciao ciao