01-03-2015 - Salve a tutti, immancabile appuntamento serale una previsione completa su quanto riportato dai modelli oggi. Abbiamo ampiamente discusso in merito al forte rafforzamento del Vortice Polare nel prossimo periodo (ved. editoriale). In questa sede però, oltre a vedere gli aggiornamenti in merito a tale argomento, proviamo a scendere maggiormente nel dettaglio in merito a ciò che ci concederà il VPT stesso, in termini di freddo e neve nella settimana entrante. Particolarmente intensa, sebbene passeggera si preannuncia infatti, la burrasca nordatlantica che interesserà la penisola italiana tra i giorni 5 e 6 Marzo (fig.1).
fig.1
Saccatura stretta ma con circolazione al suolo abbastanza approfondita, con minimo ad occhiale previsto lungo la penisola italiana giovedì pomeriggio secondo il modello americano (fig.2).
fig.2
La configurazione riportata in fig.2, se confermata, sarebbe in grado di generare maltempo su entrambi i versanti della penisola, tirrenico e adriatico, con nevicate a quote molto basse nell’Appennino marchigian e abruzzese e, forse, in un primo tempo, anche in Romagna. Da verificare inoltre il coinvolgimento dei settori interni della Toscana, l’intera Umbria e zone interne di Lazio e Campania nelle nevicate.
Sarà quindi un interessante lascito quello previsto per metà settimana in molte regioni del centro e, in parte, del sud. Successivamente, viene confermata la grande chiusura del VPT, con impennata dei valori dell’AO. Molto didattico il confronto tra i due grafici, NAM e AO; il primo ha ormai raggiunto il valore di +2,3 da due giorni, mentre il secondo, nel prossimo periodo, prevede punte di +6 o addirittura fuori scala per l’AO (fig.3,4), come logica conseguenza del condizionamento stratosferico ai piani inferiori, con la troposfera altamente ricettiva in merito.
Quali fenomenologie sono possibili nel lungo termine nelle nostre regioni, con un tale assetto della struttura del VPS-VPT ?? Generalmente, la configurazione più frequente in questi casi è la circolazione secondaria dai quadranti orientali, generata dall’aggiramento del promontorio azzorriano di una cellula in distacco dal VPT, ben accentrato dalle regioni polari. A volte, tale cellula può essere anche abbastanza importante e avere traiettorie peculiari per la neve nelle nostre regioni. Nel caso dell’emissione del mattino del modello americano, tale traiettoria prevederebbe addirittura la neve in pianura al centronord (fig.5).
fig.5
Come si vede dalla fig.5, un nucleo artico successivamente continentalizzato potrebbe giungere a metà mese con moto retrogrado dal Balcani. Le termiche previste, a causa del contributo continentale, sarebbero davvero rigide, con nevicate anche in pianura al nord, in virtù di una bassa pressione fortemente baroclina, con un nocciolo gelido proprio nel nord Italia e un minimo al suolo nel basso Tirreno (fig.6).
fig.6
Ovviamente tale configurazione è molto improbabile, tanti tasselli dovrebbero combaciare simultaneamente, dovendo fare i conti con un VPT schiacciasassi come quello previsto in fig.5, ma l’evoluzione descritta non sarebbe in contrasto con la previsione di una AO +++.
Come nota positiva nel contesto descritto, occorre sottolineare come l’anticiclone delle Azzorre mostri una decisa tendenza a puntare verso nord nel lungo termine, ma tale tendenza si scontra con il “macigno” presente in Artico, ovvero con la massiccia struttura del VPT, che sembra refrattaria a qualsiasi tentativo di smembramento, con la colata che finisce nei Balcani nell’ultima emissione del modello americano (fig.7).
fig.7
Insomma, incursioni fredde anche intense non saranno impossibili nel lungo termine, più probabili comunque in Adriatico e al sud, ma tutte le evoluzioni dovranno fare i conti con il grande rafforzamento del VPT, vedremo come andrà.
Ciao ciao