05-09-2016 - Salve a tutti, nuovo rapido aggiornamento dal fronte del terremoto.
Giornate relativamente tranquille quelle di ieri e di oggi (lunedì). Non si sono verificate scosse di magnitudo >3,5, le uniche in grado di arrecare qualche risentimento, seppur minimo, agli edifici. Scosse di minor magnitudo, in particolare inferiori a 3, sono continuamente presenti nella normale attività sismica della penisola italiana e, pertanto, da non sottolineare con particolare enfasi per non innescare inutili allarmismi nella popolazione. Le uniche annotazioni degne di nota che occorre fare ad oggi sono, come sempre, in merito alla distribuzione di tali scosse. Appare evidente infatti, come al momento un’area molto attiva all’interno della sequenza sismica sia quella collocata ai bordi settentrionali della stessa, nel settore nord della dorsale di Sibillini (fig.1).
fig.1
Dal quadro generale della distribuzione delle scosse da inizio sequenza si evince bene come molte delle ultime scosse (ultime 72 h) siano concentrate nell’area menzionata, al confine tra le province di Ascoli Piceno, Macerata e Terni (fig.2).
fig.2
Quale significato attribuire a tale distribuzione degli eventi??
Trattandosi di scosse di magnitudo molto moderata, vanno considerate repliche lungo piani di attivazi0ne preesistenti; in merito al complesso e delicato discorso dell’attivazione di più sistemi di faglia correlati, può essere utile riportare uno sketch sismo tettonico dell’area, estratto dal database delle diverse sorgenti sismogenetiche (le diverse faglie attive che possono generare un terremoto) disponibile all’interno del sito dell’INGV sotto la sigla DISS (Database of Individual Seismogenic Sources). Si tratta di un lungo e paziente lavoro, realizzato tramite rilevamenti sul campo e registrazioni dei diversi eventi storici e recenti (fig.3).
fig.3
Ebbene, in tale database, la sorgente sismogenetica primaria del sisma, responsabile del mainshock (magnitudo 6) è riportata come faglia attiva (sottolineata in giallo), mentre più a nord si vede bene come l’area del terremoto vada a intercettare un complesso allineamento di strutture tettoniche potenzialmente sismogenetiche e correlate tra loro (Composite Seismogenic Source) riportato con la codifica ITCS027 e la sigla Bore-Montefeltro-Fabriano-Laga, a testimonianza della lunghezza e complessità della struttura, che ben coinvolge ben quattro regioni (Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo).
Nel complesso quindi, nell’area colpita dall’attuale sequenza sismica i punti di neo attivazione di sorgenti sismiche non mancano davvero, ma ovviamente ciò non significa che sia necessariamente prevedibile una nuova scossa a breve. Nuove repliche sono ovviamente possibili, il contesto sismo tettonico, articolato e complesso, lo consente, ma l’unica precauzione necessaria e possibile al momento è mantenere al sicuro gli abitanti già colpiti dalle precedenti scosse.