11-01-2016 - Salve a tutti; benvenuti come sempre nella rassegna serale modelli, ormai un appuntamento imprescindibile, soprattutto per lo scrivente, utile a fare il punto e confrontare quanto espresso nella giornata odierna dai principali modelli di elaborazione dati atmosferici.
Proprio dal confronto parte la discussione di stasera, in quanto vi sono notevoli differenze di vedute anche nel medio termine, in merito alla evoluzione al scala emisferica e, più nel dettaglio, i quella europea. In realtà, le differenze nascono già nel breve, intorno le 120-144 h. Al momento però, la visione più piatta, nel senso letterale del termine (senza ondulazioni) è quella del modello americano, che non vede una sufficiente tenuta del blocco in Atlantico, con rapida risoluzione della colata gelida artico continentale. I rimanenti modelli, compreso quello europeo, vedono una duratura fase gelida continentale in arrivo.
Andiamo per gradi, inziamo dalle note gradevoli:
1) il modello inglese UKMO evidenzia una netta ondulazione meridiana n Europa a sole 144 h, con saccatura artica molto pronunciata e incisiva e neve a quote basse su tutto il centrosud, probabilmente fino allivello del mare su medio.alto Adriatico (fig.1).
fig.1
2) Il modello canadese (GEM), continua ad avere una visione estrema, con un profondo minimo in azione nel canale di Otranto (da due giorni lo vede sempre lì) che richiama aria gelida dai Balcani e genesi di un autentico “blizzard” in Adriatico, con neve anche forte fino alle coste, sempre intorno il 17 Gennaio (fig.2).
fig.2
3) Ecco le note più dolenti (per gli amanti del freddo e della neve ovviamente); il modello americano vede una spinta maggiore del lobo canadese del VP in Atlantico, generata proprio dal suo eccessivo indebolimento e distacco dalla sua sede naturale e rapida traslazione verso est della saccatura (fig.3).
fig.3
Un aspetto importante da tenere a mente nelle evoluzioni a scala emisferica infatti, è che, sebbene il lobo canadese ci abbia abituato a una eccessiva potenza e ingerenza in Atlantico nelle ultime stagioni, la sua presenza è essenziale per la funzionalità del blocco in Atlantico che, per avere la giusta elevazione, deve essere bilanciato da due saccature ai lati. La prima saccatura è quella che ci dovrebbe interessare nei prossimi giorni; la seconda dovrebbe essere rappresentata dalla una discesa fredda nell’area del Labrador.
4) Per fortuna ci pensa il modello europeo a mettere le cose a posto, proseguendo dritto per la sua strada, con un’altra emissione fantastica, in cui i nuclei gelidi artici, poi continentalizzati, resistono all’avanzata del lobo canadese, continuando a far affluire sull’Italia aria molto fredda al suolo dai Balcani. Le nevicate anche a livello del mare in Adriatico, ma non solo, rima probabilmente anche al nord (approfondiremo in serata) non sono un’esagerazione in tal senso (fig.4).
fig.4
Insomma c’è di tutto nelle emissioni odierne, dal Buran alla ingerenza anticiclonica. Tuttavia, il fronte del gelo sembra molto più agguerrito al momento e, in ogni caso, una prima fase fredda artica è vista da tutti i modelli alle 120 h; siamo quindi entrati nel range a alta affidabilità.
Ciao ciao