13-01-2015 - Salve a tutti; aggiornamenti dei modelli sempre più interessanti, soprattutto perchè il range temporale caratterizzato da cambiamenti sostanziali alla circolazione atmosferica è molto più vicino e, come preventivato da molti giorni, dopo metà mese il quadro barico generale nel comparto mediterraneo potrebbe cambiare sostanzialmente.
Molto interessante l’emissione odierna del modello europeo, che inizia a quadrare con la previsione dal modello americano. Una prima perturbazione Atlantica, con annessa saccatura alimentata da aria polare marittima, dovrebbe interessare le nostre regioni centrosettentrionali nella giornata di domenica (fig.1), con piogge e rovesci, ma quota neve piuttosto elevata (800 m Alpi occidentali, 1200-1300 Appennino).
fig.1
Da questo punto in avanti l’evoluzione si fa molto più interessante e va studiata con attenzione, in quanto le sfumature possono cambiare radicalmente la previsione. Il modello europeo, che ha avuto un ottima performance a fine anno nel medio termine, prevede che la cellula altopressoria legata allo slancio azzorriano si isoli a nord della scandinavia, creando le basi per un blocco alla circolazione Atlantica alle alte latitudini, con conseguente afflusso umido e instabile nel Mediterraneo per i primi giorni della prossima settimana (fig.2).
fig.2
La fig.2 risulta molto interessante, in quanto sul lato orientale della cellula di blocco l’aria gelida continentale stazionante nel bassopiano russo trova via libera verso sudovest, andando ad interagire con quella umida Atlantica in arrivo da nordovest, creando quindi le premesse per la genesi di nevicate anche in pianura nel nord Italia, in particolare in Pianura Padana. Si tratta di un’evoluzione ipotizzata più volte in questa sede come caratterizzante l’inverno in corso, basandosi sui dati provenienti dai principali outlook stagionali emessi a fine autunno e riportata nell’editoriale di metà Dicembre, che potrebbe trovare attuazione proprio nella parte centrale dell’inverno.
Come accennato in precedenza, le sfumature possono cambiare completamente la previsione, il modello americano, nell’emissione odierna, sebbene sostanzialmente concorde con l’inizio della fase perturbata, vede un maggior slancio dell’anticiclone dell Azzorre, con radici più salde in Atlantico (fig.3)
fig.3
Si tratterebbe quindi della classica saccatura meridiana, con maltempo nelle regioni centrali e nordest e nevicate a quote collinari al centro, forse in pianura nell’area emiliano romagnola (ma sono carte molto lontane). Il seguito della previsione del modello americano è però molto simile a quella del modello europeo, con il blocco leggermente più a sud però e alimentazione parzialmente “tagliata” in Atlantico (fig.4).
fig.4
Ecco che torna quindi l’interazione Atlantico-continentale anche nel modello americano. In ogni caso, movimenti molto interessanti sembrano essere in atto nella terza decade di Gennaio a scala emisferica. Davvero particolare il seguito nel lungo termine del run parallelo del modello americano, che ancora una volta evidenzia come i particolari possano fare la differenza nella distribuzione delle figure bariche a scala emisferica. Infatti, è presente il ponte altopressorio tra l’anticiclone delle Azzorre a quello scandinavo, con afflusso gelido dai quadranti orientali nel Mediterraneo (fig.5).
fig.5
Dalla fig.5 emergono alcuni aspetti peculiari. Il ponte altopressorio è troppo a sud e troppo coricato per generare un afflusso massiccio gelido nelle nostre regioni e questo perchè, a sua volta, il Vortice Polare è troppo compatto e impedisce un maggior slancio verso nord del ponte stesso. Ma questa evoluzione può cambiare; è evidente infatti, che in caso di un maggior indebolimento del VPT stesso (assolutamente possibile nell’attuale quadro teleconnettivo, ved. editoriale), la direzione e l’entità della colata gelida potrebbero cambiare radicalmente, aprendo le porte a un periodo gelido nella nostra penisola, seguiremo gli aggiornamenti.
Ciao ciao