16-12-2014 - Salve a tutti; aggiornamento pomeridiano immancabile ma leggermente più breve a anticipato questa sera, ma i punti salienti sono molto chiari. Il punto di partenza della discussione resta l’editoriale di carattere generale redatto nella tarda serata di ieri, 15 Dicembre, riguardante la dinamica della prevista spinta aleutinica verso l’artico, vista come molto probabile a partire dal periodo natalizio.
Ad oggi il modello americano, unico a spingersi oltre le 240 h (10 giorni), continua a mostrare evoluzioni “affiancate” tra il run ufficiale e quello parallelo (che diverrà ufficiale tra breve).
La differenza tra le due evoluzioni consiste sostanzialmente nell’assenza o la presenza della controparte azzorriana nell’azione di destrutturazione del Vortice Polare iniziata dall’anticiclone aleutinico. Il modello ufficiale non la vede, quello parallelo si.
Per entrambi comunque, la partenza della spinta (forcing), decentrata nella costa pacifica, dell’anticiclone aleutinico verso l’Artico, è vista attivarsi intorno il 26 Dicembre; ecco le due carte , dove si vede bene la potenza dell’azione di intrusione in Artico (fig.1,2)
Nelle due carte mostrate c’è una piccola ma sostanziale differenza nella distribuzione dei valori dei geopotenziali nel settore del Labrador. In fig.1 (ufficiale) i valori pressori sono molto più alti, mentre in fig.2 (parallelo) il Vortice Polare lascia una piccola appendice verso sudest, con il getto polare più sostenuto in uscita dal Labrador, sufficiente a creare una risalita azzorriana più compatta in Atlantico.
Ecco infatti che l’evoluzione diviene molto diversa nel seguito mostrato dalle due emissioni.
Il run ufficiale vede a traslazione dei massimi pressori dell’anticiclone aleutinico verso lo stretto di Bering, ma senza alcuna attività di spinta del corrispettivo in Atlantico (Azzorre); in tal modo getto è disposto lungo i paralleli e il tempo ancora mite e stabile in Europa meridionale (fig.3).
fig.3
L’emissione parallela, viceversa, vede la formazione di un vero blocco in Atlantico, con innesco di una colata Artica verso il continente Europeo, diretta verso il Mediterraneo (fig.4). Nella carta mostrata in realtà per avere un impatto più diretto la colata e, soprattutto, il blocco Atlantico dovrebbero essere spostati più e est, ma al momento è prematuro discutere questi dettagli.
fig.4
In conclusione, il forcing aleutinico continua a essere visto come molto probabile, ma gli esiti sono incerti, com’è normale che sia. A conforto delle speranze dei freddofili e nevofili continua a comparire la possibilità della formazione del blocco Atlantico per fine anno, chiave di volta per un cambio radicale di circolazione nel comparto europeo.
Ciao ciao