04-03-2016 - Salve a tutti, aggiornamento serale mirato a visualizzare il medio lungo termine dei modelli, che presenta alcune tendenze degne di essere sottolineate, non sembra aver prima fornito un rapido sguardo ai movimenti in tempo reale a scala europea, dove la saccatura Atlantica avanza a grandi passi verso il Mediterraneo (fig.1).
fig.1
Nelle prossime 12-18 h la saccatura, visibile nel suo movimento a sinistra nell’immagine, compirà una rotazione piuttosto accentuata in senso antiorario, presentandosi con correnti a tutte le quote ad andamento spiccatamente meridiano al nordovest, dove si segnala la possibilità di fenomeni di una certa intensità (a prevalente sfondo temporalesco) nel golfo ligure, oltre alla genesi di copiose nevicate nei settori già menzionati in mattinata (ved. editoriale), con accumuli davvero considerevoli nelle prealpi lombarde e nel Canton Ticino.
Come accennato, in questa sede si vuole comunque fornire uno sguardo al lungo termine, dove alle quote stratosferiche si va sempre più definendo la successione di diversi warming (il più potente in atto in queste ore) che dovrebbero condurre allo smembramento, dopo la metà del mese, del VPS a tutte le quote, ecco lo split previsto alle 300 h a 10 hPa (30 km, fig.2).
fig.2
Si tratta di una classica dinamica che vede la suddivisione del VPS in due lobi, nel caso specifico totalmente a carico del lavoro svolto dalla wave 1 pacifica, di cui il più cospicuo si dirige nel bassopiano russo-siberiano e il secondo in pieno atlantico. L’aspetto interessante di tale processo, che può in sostanza essere associato al final warming stagionale, che decreta appunto la fine del VP per la stagione in corso, è che sono previste rapide ripercussioni ai piani isobarici inferiori, con evidente decentramento del VPS nel comparto euroasiatico alla quota di 15 km (100 hPa, limite della stratosfera, fig.3).
fig.3
In fig.3 è visibile anche la potente spinta della wave 2 Atlantica, con un assetto favorevole a regressioni fredde continentali nel Mediterraneo (siamo nella bassa stratosfera, ai limiti con la tropopausa). In effetti, quindi, sebbene la stagione sia ormai alla fine, qualche interessante configurazione viene proposta da qualche giorno a fasi alterne dal modello americano anche alle quote troposferiche, con la formazione di un profondo lobo depressionario gelido nell’Europa orientale in avvicinamento alle nostre regioni (fig.4).
fig.4
Alcune similitudini trala fig.3 e la fig.4, riferita a una quota di 5000-5500 m (500 hPa), sono presenti e, pur nella maggiore articolazione nella distribuzione delle principali figure bariche (la media troposfera è influenzata dalla presenza dei principali rilievi montuosi e della distribuzione delle terre emerse e oceani), la tendenza al distacco di un lobo gelido e all’abbozzo di una regressione sembra presente in troposfera. Vediamo se il VP ci farà un ultimo regalo prima della sua inevitabile conclusione stagionale.
Ciao ciao