12-11-2016 - Salve a tutti; nuovo aggiornamento serale, mirato a sottolineare alcuni aspetti evidenziati dal’analisi dei modelli odierni………………
Prima neve in Appennino centrale giunta in nottata intorno 800-900 m, come previsto, con interessamento purtroppo anche delle aree terremotate. L’attuale evoluzione è in linea con le previsioni stilate negli editoriali degli ultimi 7-10 giorni, che prevedevano neve su buona parte d’Europa anche in pianura e su Alpi a Appennino a quote variabili intorno 600-900 e così è stato (fig.1, immagine relativa alla previsione effettuata in data 5 Novembre).
fig.1
Nei prossimi giorni le temperature risaliranno gradualmente ma il tempo resterà instabile per l’arrivo di un’altra perturbazione, ultimo lascito della saccatura fredda che ha preso in carico l’Europa in questi giorni.
Successivamente, il tempo dovrebbe migliorare per un ritorno temporaneo dell’alta pressione azzorriana, ma si tratterà di una fase appunto temporanea, prima di un nuovo affondo meridiano dall’Europa centrale (fig.2).
fig.2
La fig.2 rappresenta un buon punto di partenza per cercare di spiegare cosa stia succedendo a scala emisferica e cosa possa succedere nelle nostre regioni dal punto di vista meteorologico, nella seconda metà d Novembre. Ben visibile infatti in figura un potente anticiclone di blocco, ampiamente dibattuto nell’editoriale precedente.
Allo stesso tempo è visibile un nuovo nucleo di vorticità più a ovest, in Atlantico, che impedisce una corretta elevazione dell’anticiclone delle Azzorre e l’arrivo pieno di una saccatura fredda sull’Italia.
La domanda che, credo,molti meteo appassionati si pongono a questo punto è la seguente:
Come mai non riescono ad arrivare peggioramenti duraturi nel Mediterraneo?? Come andrà avanti il mese di Novembre??
Esponiamo quindi alcuni concetti utili a chiarire le dinamiche del Vortice Polare in questo periodo:
1) L’onda Pacifica W1 (aleutinica) è quasi sempre postata a est nelle intrusioni verso l’Artico, come in fig.2
2) In tale contesto, il nucleo canadese del VP,è costretto anch’esso a traslare verso est, finendo sempre verso la Groenlandia e nordatlantico
3) Nel Mediterraneo, in tal modo, sono presenti frequenti rimonte altpressorie atlantiche, come inquadrato anche dal finale del modello americano (fig.3)
Da cosa dipende tale assetto a scala emisferica??
Una delle ragioni che contribuisce a spiegare tali dinamiche è rappresentata dalla distribuzione delle anomalie di temperatura nell’Oceano Pacifico settentrionale (SSTA), che vengono riassunte in genere dal parametro PDO (Pacific decadal Oscillation). Finora tale distribuzione ha visto la presenza di acque più calde del normale nel settore dell’Alaska e più fredde dal lato russo (fig.4).
fig.4
Una tale distribuzione ben si coniuga con la presenza, frequente, di risalite altopressorie nel comparto delle montagne Rocciose e la costa Pacifica (PDO+); in caso contrario (PDO-) l’anticiclone aleutinico, in genere, può facilmente spingere più a ovest, entrando in artico dallo stretto di Bering (fig.5).
fig.5
La fig.5 si riferisce praticamente un esempio, tipico e forse l’ultimo, in cui un decisa spinta aleutinica, con controparte atlantica molto evidente, ha generato uno split del VP proprio sull’Europa, con nevicate a Firenze e fiocchi anche a Roma nel Dicembre 2010.
Cosa può succedere quindi nella stagione in corso??
Per quanto riguarda la PDO, sembra che il trend degli ultimi anni stia cambiando, con un trasferimento delle anomalie negative verso est (fig.3), ma ancora in fase embrionale. La cosa più importante però che può sovvertire gli equilibri esposti è rappresentata dalla struttura inerziale del blocco euroasiatico euroasiatico, come affermato più volte (fig.6)
fig.6
Abbiamo già visto nel precedente editoriale come tale struttura possa dirottare i nuclei perturbati del VP dall’Atlantico verso il Mediterraneo, cosa che è già in atto ma che non è ancora giunta alla piena operatività.
L’ipotesi che si fa in questa sede, quindi, è quella di una ferma opposizione delle strutture altopressorie presenti nel continente euroasiatico, ma anche nell’Artico russo, alla naturale tendenza, in questo periodo, dei nuclei perturbati correlati al lobo canadese a spingere verso est, tentando di instaurare una zonalità predominante nel comparto europeo.
La conseguenza principale di tale opposizione sarebbe quella di veder giungere nuclei perturbati atlantici nel Mediterraneo e, con il proseguire della stagione fredda, di avere contributi continentali nell’alimentazione fredda (fig.7).
fig.7
Seguite con attenzione i prossimi sviluppi, lo scontro diverrà più accentuato nelle prossime settimane.
Ciao ciao