29-01-2015 - Salve a tutti; aggiornamento modelli sempre più emozionante, alla luce delle ultime emissioni pomeridiane. Stratosfera che da spettacolo nelle carte (almeno su quelle) con l’affermarsi nella seconda decade di Febbraio di una evoluzione in split del VPS davvero didattica, con suddivisione canonica in due lobi, canadese e siberiano.
La causa dello split è generata dall’imponente warming siberiano, previsto nei giorni 5-6 Febbraio (fig.1).
fig.1
Nelle precedenti emissioni la spinta, sebbene poderosa, della wave 1 dal Pacifico, non riusciva a scalfire completamente la struttura del VPS, spostandolo semplicemente dalla sua sede naturale (displacement), come in fig.1. La prosecuzione odierna, assolutamente spettacolare, della dinamica mostrata in fig.1, è rappresentata da una netta suddivisione in due lobi del VPS, con risposta in Atlantico, sebbene minoritaria, di un warming in partenza, con slancio della wave 2 (fig.2).
fig.2
La raffigurazione conseguente nella topografia di geopotenziale a 10 hPa (30 km) è quasi da libro di testo,con due lobi quasi simmetrici che “splittano”, appunto, su Canada e Siberia, con il VPS aperto in due dall’azione dei due anticicloni, aleutiico e azzorriano (stratosferici, fig.3).
fig.3
Cosa significa tutto ciò??
In alcuni casi, ma non sempre, qualora la trasmissione delle dinamiche descritte si trasmetta in troposfera, il lobo siberiano del Vortice Polare, grazie all’affermazione di un anticiclone polare come in fig.3, può innescare un moto retrogrado verso est e far giungere ondate di gelo e neve nel continente europeo, fino al Mediterraneo. Uno dei casi più eclatanti di ondate di gelo innescate d fenomenologie simili è quella del Gennaio 1985, mentre quelle del 1956 e del 2012 non hanno ricevuto particolari contributi dalla stratosfera.
Quali sono i limiti di tale previsione??
Come sempre sono molte le incertezze:
1) La propagazione di tali dinamiche in troposfera non è scontata e, anzi, sono più numerose le volte in cui il fenomeno resta confinato in stratosfera, oltre i 12 km di altezza.
2) Una volta che le dinamiche descritte abbiano raggiunto la troposfera, non è detto che le eventuali ondate di gelo colpiscano necessariamente le nostre regioni, potrebbero ad esempio giungere in Grecia o restare confinate oltralpe.
Tuttavia ,l’errore che compiono spesso molti meteo appassionati scettici, è di pensare che non accada nulla. In realtà, le probabilità di avere un periodo molto dinamico anche in troposfera sono elevate in occasione i tali disturbi alle quote più elevate, ma senza necessariamente eventi epocali, molto rari per definizione. Alcune evidenze di un cambio di tendenza in troposfera ci sono già nei modelli, sono state descritte nel precedente editoriale e vengono confermate anche dal modello europeo questa sera (fig.4).
fig.4
Insomma, ci sarà da divertirsi nei prossimi giorni,non perdete i prossimi aggiornamenti……….
Ciao ciao