12-01-2015 - Salve a tutti; appuntamento mattutino con l’analisi modelli, alla luce degli interessanti aggiornamenti visibili dalle carte del lungo termine, che in parte confermano le assunzioni fatte più volta in questa sede in merito all’evoluzione meteorologica della seconda parte di Gennaio.
Intanto, questa mattina, una splendida giornata, come da previsione, da interessando praticamente tutte le nostre regioni, con l’Italia protetta dall’espansione verso il Mediterraneo dell’anticiclone delle Azzorre (fig.1).
fig.1
Nei prossimi giorni le nostre regioni beneficeranno ancora della protezione della struttura altopressoria azzorriana fino a quando, gradualmente, il flusso perturbato Atlantico tenderà ad abbassarsi di latitudine e a subire lievi ondulazioni, sufficienti ad apportare un primo moderato peggioramento del tempo, prevalenza al centronord, nella seconda parte della settimana e in particolare nel week-end (fig.2).
fig.2
Come accennato in molti editoriali nei giorni scorsi, in questa fase, a scala emisferica, il Vortice Polare si ripresenterà ancora piuttosto compatto e, di conseguenza, i passaggi perturbati saranno veloci e moderatamente incisivi, senza fasi di maltempo prolungate.
Le emissioni odierne del modello americano evidenziano però una graduale accentuazione dei fenomeni con il passare dei giorni, con l’arrivo di un treno perturbato Atlantico molto teso nel Mediterraneo, caratterizzato da impulsi perturbati in successione in corrispondenza dell’inizio della terza decade (fig.3).
fig.3
L’aria al seguito delle perturbazioni sarà di matrice polare marittima e, pertanto, ci saranno nevicate su Alpi e Appennini ma non in pianura; i rilievi collinari alpini potranno comunque beneficiare di episodi nevosi a quote relativamente basse (500-600 m).
Ma molto più interessante, sebbene più lontana temporalmente, è l’evoluzione prevista dal modello americano, sia versione ufficiale, sia parallela, per l’ultima settimana del mese. Addirittura entusiasmante l’emissione del parallelo, seguiamone le fasi, sono carte da conservare (verranno ritrattate).
Alle 240 h (22 Gennaio) si forma una prima, importantissima, cellula altopressoria a nord della scandinavia (fig.3)
fig.3
Tale struttura genera la bilobazione del Vortice Polare e costringe il flusso Atlantico a l’aria gelida continentale asiatica ad aggirarla ai due lati (fig.4).
fig.4
In questa fase (24 Gennaio) si verifica, secondo la previsione del modello americano, nel centro Europa e nel Mediterraneo, l’interazione tra la colata gelida continentale che scorre a sudest del blocco scandinavo e l’aria umida Atlantica che scorre a sudovest; possibili nevicate in pianura al nord con queste carte. Si ricorda come una tale disposizione barica fosse stata ipotizzata nell‘editoriale generale per l’inverno emesso a metà Dicembre, un mese fa, a cui si rimanda per i dettagli.
Il seguito, se si avverasse, sarebbe ancora più entusiasmante, chiusura dell’alimentazione Atlantica da parte dell’anticiclone delle Azzorre e colata gelida continentale pura nel Mediterraneo, con genesi di un ponte altopressorio scandinavo-azzorriano (fig.5).
fig.5
Termiche a fine evento veramente da urlo, la -15° C a 850 hPa che avvolge tutto il nord Italia, amanti del freddo accontentati con gli interessi e proprio in quelli che dovrebbero essere i giorni più freddi dell’anno, quelli della “Merla”, ovvero 28,29,30 Gennaio (fig.6).
fig.6
Il run ufficiale (quello descritto era il parallelo, che sostituirà l’ufficiale a breve), non è da meno, sebbene meno spettacolare per le nostre regioni, la configurazione a scala emisferica prevista da tale modello è infatti davvero peculiare, tre onde planetarie in azione simultaneamente per destrutturare il VPT, non è poco davvero (fig.7).
fig.7
Insomma, il Vortice Polare sembra attivarsi per fine mese e lo fa secondo le modalità previste e analizzate in più riprese in questa sede, focus a fine mese quindi. Si tratta ovviamente di un primo run estremo, a cui occorreranno numerose conferme, quello successivo, emesso mentre si scrive, già ritratta parzialmente quanto descritto finora. Tuttavia, come ipotizzato nei precedenti editoriali, il quadro teleconnettivo dell’inverno in corso non prevede che il Vortice Polare possa rimanere così compatto a lungo, sebbene i fatti abbiano parzialmente smentito quanto ipotizzato (ma la colata gelida di fine anno è un esempio di quello che potrebbe accadere ed era stata prevista nei tempi e nelle modalità corrette in questa sede). Nel complesso, è possibile quindi ipotizzare una rinnovata attività a scala emisferica delle onde planetarie entro la fine del mese, ma ovviamente non aspettatevi che tutte le emissioni dei prossimi giorni siano esaltanti come quella appena descritta.
Ciao ciao