26-06-2016 - Salve a tutti, editoriale serale mirato a riprendere alcune tematiche di ampio respiro, le cui evidenze nelle previsioni dei modelli trovano conferme giorno per giorno, anche con i dati di fatto attuali.
Caldo in diminuzione su tutto il centronord e instabilità anche vistosa nei settori alpini, della pianura Padana ma anche dell’Appennino centromeridionale (fig.1).
fig.1
Particolarmente imponenti gli ammassi nuvolosi tra Bolognese e Ferrarese con un nucleo a fondoscala nel radar, di possibile origine supercellulare ma la cui rapida, al momento attenuazione sembra far scartare tale ipotesi fig.2).
fig.2
Altri temporali piuttosto intensi sono in atto nell’Appennino, tendenti a sconfinare nelle regioni Adriatiche.
Come mai è presente tale instabilità in alcune regioni italiane??
La ragione, abbastanza semplice, risiede nel fatto che l’alta pressione mediterranea non ha collocato i suoi massimi nei mari italiani, quanto sia a est (penisola iberica) sia a ovest (bassopiano russo) e nel mezzo c’è spazio per una saccatura Atlantica con il cavo d’onda proprio nele regioni settentiornali (fig.3).
fig.3
Partendo da tale assunto il tempo non potrà essere completamente stabile al centronord e sui rilievi in genere; instabilità pomeridiana diffusa continuerà a interessare le nostre regioni per almeno un paio di giorni, prima di una nuova parziale affermazione di un campo altopressorio mediterraneo. In tale contesto le temperature sono diminuite di 4-5° C al centronord, con valori di poco >30° C in genere (fig.5).
fig.5
A tal proposito, si ribadisce in questa sede, la presenza di un trend che vede il proseguire di un’estate nel complesso nella norma, con picchi di caldo presenti ma non duraturi, seguiti da pause fresche e instabili. Proprio dall’ultima emissione del modello americano giungono conferme in merito a quella che potrebbe essere una nuova intensa fase instabile nella prima decade di Luglio, con affondi perturbati atlantici anche intensi e fenomenologie di una certa intensità nel Mediterraneo (fig.6).
fig.6
A scala emisferica, risulta evidente la tendenza all’affondo del getto polare verso il Mediterraneo, con l’anticiclone delle Azzorre defilato verso l’Atlantico ma con la seconda cellula continentale europea che si spinge verso la scandinavia e l’Artico russo, consentendo ancora una volta l’entrata di perturbazioni atlantiche in pieno mediterraneo (fig.7).
fig.7
Insomma, a le cassandre che preannunciano un’estate bollente, addirittura sopramedia rispetto alle ultime più calde (ad esempio quella del 2015) si ripete, in questa sede, che non vi è alcuna evidenza, nell’analisi attuale dei modelli, che lasci ipotizzare la presenza di ondate di caldo particolarmente intense e prolungate nel Mediterraneo, almeno nei prossimi 15-20 giorni, ma con estensione probabile del trend descritto a tutta la prima parte della stagione.
Ciao ciao