19-12-2014 - Salve a tutti; come sempre, giunti al tardo pomeriggio, volgiamo lo sguardo al lungo termine, al fine di cercare di carpire le tendenze palesate dai modelli nelle emissioni odierne. Diciamo subito che l’impianto barico descritto nei giorni scorsi per fine anno non è cambiato affatto; occorre infatti distinguere tra la previsione a scala locale, riguardante una nazione relativamente piccola come l’Italia o, peggio, un’area regionale (molto difficile se non impossibili da realizzare nel lungo termine), dall’individuare la configurazione a scala emisferica, operazione possibile con un pò di esperienza nell’analisi delle carte dei modelli.
In base a quanto disponibile nelle emissioni odierne, tale configurazione è ben sintetizzata nell’ultimo aggiornamento del modello americano (12 UTC), che vede il Vortice Polare assumere una forma vagamente a T con la “chioma” molto ampia (fig.1).
fig.1
Come si vede, l’azione congiunta delle onde troposferiche aleutinica a azzorriana crea una sorta di strozzatura nell’Artico canadese, decentrando completamente il VPT nel settore siberiano. Tale visione è comune anche al modello canadese ed europeo (fig.2,3)
Ne deriva, quindi, che dalle modalità con cui si esplicherà l’azione congiunta delle onde troposferiche in sede artica cambieranno notevolmente le conseguenze nel comparto mediterraneo. Ecco perchè, così’ come è sbagliato dare per certo l’arrivo del freddo dopo un run favorevole, è altrettanto sbagliato pensare che sia stato tutto ritrattato perchè un’emissione vede caldo e anticiclone a oltranza fino a fine anno. L’impianto generale è sempre lo stesso da giorni, i dettagli emergeranno con il succedersi delle emissioni. Come esempio, può essere riportata l’emissione 00 del modello americano, che ha evidenziato una costante rimonta anticiclonica nel mediterraneo nel pungo termine. Se guardiamo gli spaghetti correlati per la città di Verona ad esempio, emerge come per il periodo 29-30 Dicembre il dato della temperatura a 850 hPa sia il più caldo in assoluto, segno evidente che quella ufficiale rappresenta un’emissione anomala (fig.4).
fig4
Dallo stesso grafico si evince come l’onda calda prenatalizia sia, viceversa, molto probabile, mentre nel lungo il dato è molto disperso, com’è giusto che sia.
Ecco quindi che già nell’emissione successiva (06 UTC) nel lungo compaiono carte interessanti, niente di epocale chiariamo, ma la saccatura artica è pronta a giungere nel Mediterraneo con varie angolazioni. Primo attacco il giorno 30 (fig.5).
fig.5
Secondo attacco individuato dalle emissioni 06 e 12 UTC a inizio anno nuovo (FIG.6,7)
In particolare nella seconda immagine, se vede bene come l’azione aleutinica di penetrazione in Artico sia molto decisa, confermando gli assunti dei giorni scorsi.
L’ultimo pannello del modello americano evidenzia, infine, il nuovo assetto raggiunto dall’onda nella sua posizione naturale nello stretto di Bering (fig.6).
fig.6
In conclusione, dalle immagini mostrate si evince come non venga fornita alcuna certezza, in questa sede, dell’arrivo del freddo e della neve, ma anche come venga confermata l’azione di destrutturazione del Vortice Polare a fine anno, che potrebbe condurre, con probabilità nemmeno troppo remote, a una colata artica nel Mediterraneo a seguito di un possibile blocco in sede Atlantica di matrice azzorriana.
Ciao ciao