03-01-2019 - Salve a tutti, editoriale giornaliero immancabile, sebbene in molti nutrano forti dubbi in merito all’esito dell’inverno in corso. Ma ci sono alcuni segnali positivi che andiamo tra poco a commentare.
Iniziamo con una menzione per quanto accadrà il giorno dell’Epifania; per quanto ridotta e traslata a est, la colata fredda artico continentale ci sarà nelle nostre regioni più orientali e, pertanto, tra il 5 e il 6 Gennaio correnti molto fredde da nord nord est andranno a interessare il medio basso Adriatico e parte del sud, soprattutto Ionio, con rovesci nevosi sparsi in transito a quote molto basse e un’accentuata diminuzione delle temperature.
fig.1
A seguire, una grande incognita grava sugli amanti del gelo e della neve e, più in generale, della dinamicità atmosferica invernale. Al momento infatti, è in atto un’accentuata fase di compattamento del VP, che si sta quindi rafforzando a partire dalle quote troposferiche. Tale aspetto è evidente anche ai piani superiori comunque e la previsione delle velocità zonali previste nelle regioni polari alla quota geopotenziale diagnostica di 10 hPa (circa 30 km) indica il raggiungimento di un picco molto accentuato intorno metà Gennaio.
fig.2
Abbiamo definito tale quota (10 hPa) diagnostica in quanto, secondo quanto espresso nel dettaglio nell’editoriale di ieri, a cui si rimanda, un eccessivo rafforzamento del VPS a 10 hPa potrebbe compromettere le sorti di buona parte dell’inverno, con superamento della soglia NAM di 1,5. Il picco della linea rossa in fig.2 potrebbe significare tale aspetto.
Potrebbe si è detto, in quanto si spera in una reazione del VP alle quote inferiori che possa stravolgere completamente tale previsione.
Semplificando molto tutti i passaggi intermedi, quali potrebbero essere i segnali che possano lasciar ipotizzare un cambio di tendenza all’andamento attuale, che vede una progressiva chiusura del VP e, di conseguenza, un progressivo allontanamento del freddo e della instabilità a scala emisferica verso le regioni polari??
Ebbene, stante un certo decentramento della struttura del VP nella regione canadese, ovvero il VP è molto forte non è perfettamente centrato sul polo, la speranza è in un ulteriore allontanamento del “core” principale del VP stesso verso il Canada e la conseguente apertura dei geotenziali in Atlantico, ovvero la possibilità che l’anticiclone delle Azzorre risalga verso l’Artico dall’Atlantico e inneschi lungo il suo fianco destro (orientale) una corposa discesa gelida ad andamento retrogrado diretta dalla Russia verso il Mediterraneo.
Ci sono alcuni segnali che indichino tal dinamiche??
Per quanto ancora isolati, ci sono; ecco la previsione finale del modello americano di questa mattina, che illustra esattamente la dinamica decritta.
fig,3
In tale carta emisferica gli anticicloni oceanici (Atlantico e Pacifico) incidono bene il VP, lasciando spazio all’arrivo del freddo nel Mediterraneo.
fig.4
Anche il modello europeo di ieri sera illustrava una dinamica simile molto più ravvicinata nel tempo.
fig.5
A corollario di ciò, la previsione per l’indice predittivo MJO dello stesso modello europeo evidenzia uno spostamento verso la fasi 6 e 7, molto favorevoli all’innesco di blocchi in Atlantico.
fig.6
Insomma, partendo da dato di fatto che il VP al momento è molto forte e tende a chiudere qualsiasi afflusso freddo diretto verso le nostre regioni, come sempre in questa sede si sottolineano gli aspetti che potrebbero smentire tali dinamica e portare freddo e neve da noi e tali aspetti, al momento, sono presenti.
fig.8