27-12-2015 - Salve a tutti, ampio aggiornamento sui modelli, finalizzato a definire un po’ meglio le traiettorie delle principali figure bariche nello scacchiere emisferico nella restante parte di queste lunghe vacanze natalizie. In effetti, importanti movimenti nei diversi settori dell’emisfero boreale sono previsti attuarsi nei prossimi 7-10 giorni dai principali modelli di previsione, in particolare da quello americano.Di seguito ne vengono descritte tutte le principali tappe:
1) Entro le prossime 72-96 h si attuerà l’imperiosa rimonta anticiclonica verso la Scandinavia, con asse centrato a ovest dell’Italia; una massiccia colata gelida prenderà le mosse diretta verso Ucraina e Mar Nero a fine anno (fig.1)
fig.1
2) Entro ilgiorno 2, la spinta altopressoria non sarà più alimentata dalla radice subtropicale; si formerà quindi il blocco in area scandinava e, al suo lato meridionale, nel bassopiano russo, si isolerà un nucleo gelido di origine artica altrettanto massiccio (fig.2)
fig.2
3) In base alle ultime proiezioni, anche a causa della notevole ingerenza della struttura del VPT, il blocco inizierà una lenta deriva verso est-sudest, lasciando libera la strada al nucleo gelido verso ovest. Tale nucleo non dovrebbe giungere direttamente sull’Italia, quindi, ma dovrebbe andare a interferire con i nuclei perturbati Atlantici in discesa dalle coste Groenlandesi (fig.3).
fig.3
4) Il nucleo gelido artico continentali, per le sue caratteristiche strutturali (presenza di aria molto fredda anche nei bassi strati oltre che in quota), agirà quindi da sbarramento al flusso Atlantico, al pari del blocco Anticiclonico, deviando di fatto il flusso Atlantico in pieno Mediterraneo ma, nel contempo, alimentandone l’instabilità con contributi freddi continentali (fig.4).
fig.4
Tale aspetto risulta particolarmente evidente nell’emissione odierna del modello europeo, in cui le dure strutture (Atlantica e Russa) si compenetrano, con conseguente afflusso di aria piuttosto fredda sia dalla porta del Rodano, sia dalla Bora nel Mediterraneo (fig.5).
La fase 4, appena descritta, dovrebbe risultare quella maggiormente perturbata per le nostre regioni, nel periodo che precede l’Epifania, con piogge frequenti e nevicate inizialmente a quote medie sulle Alpi ma in rapido abbassamento di quota e in estensione anche ai settori appenninici.
5) Già nelle fasi 3 e 4 (fig.3 e 4) è evidente la genesi di una spinta aleutinica sempre più intensa; nell’ultima emissione del modello americano tale dinamica appare sempre più decisiva nell’azione di smembramento della struttura del VP, con una percussione nell’Artico canadese rsponsabile di una completa bilobazione del VP stesso (fig.6).
fig.6
Si tratta di dinamiche che evidenziano una progressiva e inesorabile crisi del VP, inizialmente però ancora forte sebbene minato al fianco dal blocco scandinavo (fasi 1-4). in questa fase, nonostante una certa resistenza alla genesi di ondulazioni di grande ampiezza, il maltempo, le nevicate potranno risultare ugualmente presenti nelle regioni mediterranee, con episodi freddi anche rilevanti ma ancora non ben definibili (approfondiremo il tutto in un successivo editoriale)
Successivamente però (fase 5), a inizio seconda decade d Gennaio, proprio in coincidenza con l’approssimarsi del termine del condizionamento stratoferico (circa 45 giorni a partire dall’ultima settimana di Novembre), lo stesso VP sembra accusare subito il primo attacco maggiormente organizzato delle onde troposferiche, con l’anticiclone aleutinico finalmente pronto a incidere direttamente al polo la struttura fredda e compatta dl VP. In tale contesto, il Mediterraneo potrebbe risultare maggiormente vulnerabile all’arrivo di episodi perturbati a freddi anche molti rilevanti, perlomeno sulla base delle configurazioni che si vanno proponendo nel lungo termine. Aggiorneremo costantemente in merito….
Ciao ciao