12-01-2015 - Salve a tutti; aggiornamento serale modelli, accompagnato, come spesso accade, da una discussione generale riguardante le modalità con cui si esplicano, a scala emisferica, la spinta delle onde planetarie e le dinamiche dei conseguenti disturbi alla struttura del Vortice Polare, così importanti per avere periodi freddi e nevosi duraturi alle nostre latitudini.
Iniziamo con un confronto con due carte riguardanti entrambe il periodo relativo alla fine di Gennaio, ma appartenenti a due emissioni diverse e consecutive odierne del modello americano (run 00 e 06 fig.1,2).
Come si può vedere, sono ovviamente molto diverse, quasi diametralmente opposte, nonostante riguardino lo stesso periodo a così breve distanza di emissione (6 h). In realtà, nell’analisi del lungo termine, è sbagliato focalizzare l’attenzione su un comparto continentale definito, molto meglio analizzare le carte emisferiche, per cercare di capire le tendenze generali e, come accennato, in particolare, i movimenti della struttura del Vortice Polare e le possibili ripercussioni nei nostri territori.
Anche oggi quindi passiamo ad analizzare cosa previsto dalle ultime emissioni, adottando il criterio menzionato. Innanzitutto, focalizziamo l’attenzione sulla prima onda emisferica, quella aleutinica (wave 1), che nel run 00, ma anche in quello 06, è vista sempre comunque partire dalle coste pacifiche nordamericane verso l’Artico (ved. editoriale del mattino), sebbene con differente intensità. La differenza nelle varie emissioni risiede sostanzialmente nella risposta fornita dall’ondulazione azzorriana in Atlantico e dal blocco e/o ondulazione uralica nel continente euroasiatico (wave 2 e 3). Il run 12 evidenzia, ancora una volta, come la risposta delle altre due onde sia possibile e, anzi probabile, con una saccatura Artica piuttosto intensa che dovrebbe seguire quella più debole del prossimo week-end (fig.3,4).
Ecco la previsione del run ufficiale per il giorno 21 Gennaio (fig.3).
fig.3
Ed ecco quella del run parallelo, che assumerà sempre più importanza in futuro, per il giorno 23 Gennaio (fig.4)
fig.4
Come si vede in fig.4, le tre onde planetarie sono in attività sincronica, con quella uralica che, per la peculiare collocazione all’interno di una massa continentale, in inverno assume le caratteristiche di un blocco anticiclonico ibrido con la struttura termica dell’anticiclone euroasiatico. Nella carta mostrata, aria piuttosto fredda è vista giungere direttamente dalle regioni Artiche, con nevicate a quote basse nelle regioni del centronord.
Nel finale della odierna emissione del run 12, il Vortice Polare è visto ricompattarsi, sebbene sia sempre soggetto all’attività della wave 1 aleutinica, proprio perchè viene a mancare il supporto delle altre due onde (fig.5, wave 2 e 3)
fig.5
In base a quanto esposto, quello che interessa in questa sede, per individuare le tendenze generali, è la propensione all’attività d’onda nella seconda metà di Gennaio nel settore Artico. Come accennato in precedenza, sulla base dell’attuale quadro teleconnettivo, descritto in numerosi editoriali, non ci sono particolari ragioni per cui il Vortice Polare debba permanere in un assetto compatto a oltranza e, pertanto, è probabile che nei prossimi giorni i modelli proporranno nuove emissioni piuttosto favorevoli al freddo e la neve a latitudini mediterranee.
Ciao ciao