15-12-2014 - Salve a tutti; questa sera approfondiamo un argomento in parte affrontato nel pomeriggio, nell’aggiornamento del lungo termine, rendendolo però più generale per le sorti dell’inverno che ci attende. Ovvero, la dinamica della spinta aleutinica intravista dai modelli nel lungo termine quale elemento di destrutturazione del Vortice Polare, al momento estremamente compatto……….
Facciamo una breve premessa. Il Vortice Polare costituisce il serbatoio freddo dell’emisfero boreale nella medio alta troposfera (nella bassa troposfera in inverno prevale l’azione locale delle masse continentali come quella siberiana e canadese). Quando il Vortice Polare è molto compatto, come in questi giorni, il freddo a scala emisferica è racchiuso in una sorta di gabbia circolare (linea gialla) collocata a latitudini relativamente elevate.
In tali condizioni, tutta l’Europa meridionale è soggetta a clima mite e soleggiato, con temperature sopramedia. Per modificare tale assetto occorre che si inneschino una o più ondulazioni generate dalle risalite, generalmente, di cellule altopressorie dalle latitudini subtropicali a quelle artiche, una sorta di “pungolo” che rompa la monotonia emisferica.
Per la fine del mese, i modelli insistono nel descrivere con insistenza la “partenza” di una pulsazione aleutinica, ovvero della genesi della spinta esercitata dall’anticiclone aleutinico (dal nome della sua collocazione naturale a sud dell’Alaska), in direzione dell’Artico, con relativa deformazione del VPT.
Dalle modalità con cui tale spinta si esplicherà potrebbero dipendere le sorti della parte centrale dell’inverno o, comunque, della prima parte di Gennaio.
Vediamo qualche esempio:
1) spinta solitaria e decentrata, senza l’ausilio della risposta azzorriana (fig.1).
fig.1
Rappresenta la visione del run 06 UTC del modello americano. Forcing potentissimo in Artico, ma senza la riposta azzorriana, conseguenti correnti miti sudoccidentali nel Mediterraneo, il VPT affonda in Atlantico e nel nordamerica
2) Spinta congiunta e conseguenziale dell’anticiclone azzorriano, con aleutinico sempre decentrato (fig.2)
Rappresenta la visione del run parallelo 06 UTC del modello americano. Splendida carta, già vista nel pomeriggio, la risalita, quasi speculare, dell’anticiclone azzorriano consente l’innesco di una colata gelida nel Mediterraneo, split anche nel nordamerica, continenti al gelo insomma.
3) Spinta centrata aleutinica con riposta azzorriana
Rappresenta la visione del run parallelo 12 UTC del modello americano. L’anticiclone aleutinico torna nella sua sede originaria, in prossimità dello stretto Bering; risposta perfettamente speculare dell’anticiclone delle Azzorre, in questo caso debole. Generalmente rappresenta l’inizio di grandi fasi perturbate nel Mediterraneo, con colate artico continentali di grande ampiezza quando si riesce a completare la bilobazione del VPT. Nell’esempio postato la spinta azzorriana è ancora debole, le conseguenze da noi sono scarse, ma può evolvere in una penetrazione più decisa.
4) Spinta debole dell’anticiclone aleutinico, possibile ricompattamento ulteriore del VPT
Rappresenta la logica conseguenza in troposfera della genesi di un Canadian Warming nella medio bassa stratosfera; il fallimento della penetrazione artica aleutinica aumenta la velocità angolare del VPT anche in sede troposferica. Appena abbozzata nelll’evoluzione nel run 12 UTC americano, non sembra debba essere questa la sorte del VPT a fine anno.
Insomma, ecco come, partendo dalle stesse premesse iniziali, si possa giungere a esiti diversi per le nostre lande e per le sorti dell’inverno. Nei prossimi run, tenendo presente questi aspetti, il lettore meteoappassionato potrà comprendere un pò meglio cosa potrebbe accadere entro la fine dell’anno, buona visione a tutti.
Ci lasciamo con la carta più bella, la colata gelida del run parallelo di GFS 12 (fig.5).
fig.5