03-12-2016 - Salve a tutti, nuovo lungo editoriale, utile a inquadrare cosa stia accadendo dal punto di vista meteorologico nel nostro emisfero ma, soprattutto ovviamente, nelle nostre regioni, alla luce di una stagione invernale che stenta a decollare e che, ancora, non fornisce segnali chiari per una possibile inversione di tendenza……
Iniziamo dall’inquadrare il presente; un’ampia campana anticiclonica ingloba l’Europa nordoccidentale, mentre nelle regioni orientali regna il freddo, quello vero, con temperature abbondantemente sotto lo zero e con la stagione invernale che sta facendo pienamente il suo dovere (fig.1)…….
fig.1
Nelle regioni italiane però non splende il sole ovunque e, anzi, è presente un’estesa copertura nuvolosa di tipo medio-basso, che produce scarsi fenomeni, ad eccezione delle’estreme regioni meridionali, dove il tempo sta già iniziando a peggiorare in maniera più consistente e, dove, aria caldo umida confluisce con aria più fredda di origine atlantica che scorre lungo il bordo meridionale dell’alta pressione……………….
Quest’ultimo aspetto (instabilità nelle regioni meridionali) andrà a esasperarsi nei prossimi giorni, quando la perturbazione ora sullo stretto di Gibilterra avanzerà verso est, entrando nel Mediterraneo, schiacciata dall’alta pressione nelle estreme regioni meridionali, dove nel frattempo inizieranno ad affluire “refoli” freddi dai Balcani fig.2).
fig.2
Per i motivi elencati, proprio fino al periodo dell’Immacolata, lungo il versante adriatico e al sud le temperature si manterranno piuttosto fresche anche per il periodo, con forte instabilità nelle regioni ioniche, soggette localmente a fenomeni di forte intensità nella parte centrale della prossima settimana.
Tempo migliore, in tal senso, nelle regioni tirreniche e al nord.
Cosa succederà dopo??
Ebbene, l’ondulazione presente proprio in corrispondenza del continente europeo verrà probabilmente “smussata” da un deciso aumento delle velocità zonali nel nostro continente, con l’alta pressione che questa volta potrebbe coricarsi lungo i paralleli, generando un periodo abbastanza stabile e soleggiato anche nelle regioni meridionali (fig.3).
fig.3
Questa seconda fase dovrebbe comprendere tutta la parte centrale del mese, a cavallo della metà del mese, mentre dopo dovrebbe esserci una ripresa delle ondulazioni nel continente europeo, con nuovi affondi perturbati di origine atlantica.
fig.4
Come sempre, quando si parla del lungo termine, occorre utilizzare il condizionale, ma in questo caso tale affermazione è motivata dal fatto che le ipotesi formulate vanno confrontate con l’evoluzione prevista alle quote stratosferiche.
Finora infatti, nella stagione in corso, la stratosfera, contrariamente a quanto è accaduto alla fine del 2015, è stata molto reattiva e dinamica, mostrando anomalie di geopotenziale costantemente positive (fig.5).
fig.5
La differenza con quanto accaduto lo scorso anno è evidente anche dal grafico del NAM (North Anular Mode), parametro che, com’è noto, riassume lo stato (la forza quindi) del VP a tutte le quote (fig.8).
fig.6
Come si vede dal grafico mostrato, negli ultimi due mesi compaiono sempre colori “caldi” rosso-arancione, che indicano valori negativi del NAM e, in sostanza, un Vortice Polare sostanzialmente debole e disturbato, propenso a generare irruzioni fredde alle medie latitudini, generalizzando il concetto. Molto diversa la stessa area negli ultimi mesi dello scorso anno, con valori sempre positivi, indice di un VP strong, forte, con il freddo racchiuso alle alte latitudini e alte pressioni permanenti nel Mediterraneo.
Fin qui tutto bene quindi, anche nel medio termine il VPS è visto subire disturbi di una certa importanza, che lo dovrebbero mantenere in modalità “weak“.
fig.7
Meno bene invece quanto previsto nel lungo termine, che però resta suscettibile di modifiche, ma dove il VP nella media stratosfera (10 hPa, 30km), è visto procedere a un graduale e generale raffreddamento (cooling) e compattamento (fig.8).
fig.8
Per gli appassionati (come lo è lo scrivente) che vogliono comprendere meglio quanto esposto, diciamo subito che una struttura barica, a parità di pressione al suolo, quanto più si raffredda tanto più è rapido l’abbassamento di pressione con la quota (si può dimostrare matematicamente).
In tal modo il VP si approfondisce e quanto più si approfondisce tanto più aumenta il divario barico con le medie latitudini e, di conseguenza, la velocità delle correnti al suo limite (quella a getto è la più evidente).
Una volta innescato questo processo, il VP tende a restringere il suo diametro (conservazione del momento angolare), contenendo il freddo alle alte latitudini e rafforzando gli anticicloni subtropicali, tra cui quello delle Azzorre.
Sarà quindi questo il caso dell’inverno in corso??
Impossibile dirlo ora con certezza,ma una cosa invece è sicura: il Vortice Polare quest’anno è molto diverso dallo scorso anno, al momento sembra mostrare una notevole reattività che dovrebbe impedire che il processo appena descritto si realizzi e lo scrivente, per quelle che sono le sue (limitate) conoscenze, è fiducioso.
Risulta quindi probabile, al momento, che nella seconda parte di Dicembre possa esserci una nuova inversione di tendenza, con una ritrovata dinamicità atmosferica anche nel comparto europeo, ma per il momento sono solo ipotesi, valuteremo dai prossimi aggiornamenti.
Aggiornamenti che, proprio mentre si scrive, iniziano a proporre evoluzioni compatibili con quanto affermato, con nuove ondulazioni della corrente a getto eirruzioni artico-continentali nel continente europeo (fig.9).
fig.9