22-01-2017 - Salve a tutti, approfittiamo della serata festiva per chiarire alcuni punti, in maniera abbastanza rapida riguardante l’evoluzione futura dell’inverno in essere, da molti considerato già alla fine, ma che finora ha elargito alcuni esempi davvero marcati delle sue dinamiche, con copiose nevicate e ondate di gelo che hanno colpito però sostanzialmente la metà orientale delle regioni italiane.
Le rimanenti regioni, costituite da tutto il nord e dalle centrali tirreniche, continuano ad avere periodi siccitosi, sebbene comunque freddi in Gennaio, ma senza precipitazioni.
Cosa succederà nel prosieguo della stagione invernale??
Ebbene, riassumendo molto rapidamente, alle quote troposferiche i modelli vedono essenzialmente una fase di ripresa delle temperature e di ritorno di correnti miti atlantiche, da cui però saremo solo sfiorati, in un contesto di EA+ (East Atlantic positive), ovvero in una fase di cui i settori occidentali dell’Oceano atlantico vedono il continuo affondo di nuclei depressionari e i settori orientali e parte dell’Europa continue risalite altopressorie.
Sarà davvero questo il finale dell’inverno??
A giudizio dello scrivente NO, ma cerchiamo di motivare le argomentazioni.
Entro 48 h, al termine dell’attuale fase di maltempo per l’estremo sud, saremo nuovamente sfiorati da una cospicua colata artica (fig.1).
fig.1
Tale dinamica verrà però inibita dal rafforzamento della spinta zonale atlantica, generata da un graduale spostamento dei centri di massa del VP verso l’Artico europeo.
fig.2
La dinamica mostrata, sebbene poco produttiva per il Mediterraneo, ben si correla con quanto evidenziato però alle quote stratosferiche, dove il VPS mostra evidenti segnali di indebolimento e difficoltà, generati da una serie di potenti warming, tra cui il maggiore avverrà entro la fine del mese.
fig.3
Notevole a tal riguardo la dinamica evidenziata dalle ultime emissioni del modello europeo, con un’intensa spinta anticiclonica verso il “core” del VPS a 30 km di quota, nettamente decentrato, in displacement verso il comparto europeo.
fig.4
Ai limiti della stratosfera, a 50 km, tale dinamica appare già più avanzata, con inversione dei venti zonali e affermazione di un potente anticiclone polare stratosferico.
fig.5
Si rammenta che, trattandosi di carte stratosferiche del modello europeo, presentano una buona affidabilità anche nel medio termine.
Ecco l’inversione dei venti zonali inquadrata dalla carta dei flussi (fig.6).
fig.6
Cosa significano le ultime carte mostrate finora rispetto a quanto potrebbe accadere alle quote troposferiche e, in sostanza, per il prosieguo dell’inverno in corso??
Ebbene, una crisi come quella inquadrata dai modelli del Vortice Polare stratosferico, lascia supporre che sia alquanto improbabile che ai piani troposferici il VP stesso possa mantenere un assetto compatto quale quello intravisto in fig.2, con accentramento delle basse pressioni in artico e contemporanea affermazione di un potente anticiclone alle quote superiori.
Chiariamo che non si stanno invocando dinamiche da major warming, che prevedono la completa trasmissione delle dinamiche stratosferiche ai piani inferiori, ma sommando il contributo degli evidenti disturbi descritti alla continua presenza in sede euroasiatica di un robusto anticiclone ibrido correlato alla grande estensione dello snow cover nel’anno in corso, ora parzialmente, “schiacciato” dalla spinta del VP, è lecito ritenere che le previsioni per il lungo termine per la prima metà di Febbraio possano includere dinamiche completamente diverse da quelle ora visibili, più fredde e con più precipitazioni.
Aggiorneremo in merito con più dettaglio, questa è solo un anticipazione.
Ciao ciao
Complimenti per l’approfondimento molto chiaro e preciso. Gradirei continuare a leggere l’evoluzione di questa dinamica invernale estremamente interessante.
Finalmente ho trovato un sito con approfondimenti seri delle dinamiche meteorologiche.
Grazie
grazie gentilissimo, cercheremo di aggiornare al meglio