05-03-2016 - Salve a tutti, doveroso secondo editoriale della giornata, questa volta maggiormente incentrato sulla evoluzione dei modelli nel medio lungo termine, come da tradizione, in particolare per quanto riguarda la stratosfera, ma senza tralasciare la peculiare evoluzione in atto in queste ore.
Prima di affrontare quindi discorsi di carattere più generale, analizziamo velocemente la spettacolare immagine dinamica del satellite, da cui si evince come l’afflusso più cospicuo della colata fredda nordatlantica stia entrando ora nel Mediterraneo dalla Spagna e dalla Francia (pallini bianchi a macchia di leopardo) e, pertanto, l’instabilità sarà dura a morire nelle nostre regioni nelle prossime 48-72 h, con continui impulsi perturbati che si alterneranno nella penisola italiana con annesso caricodi piogge, temporali e nevicate sui rilievi. Intanto, stasera, temporali su tutto il versante tirrenico fino alla Campania (fig.1).
fig.1
Ma il passaggio tra inverno e primavera potrebbe avere in serbo altre novità di rilievo per la seconda decade di Marzo. Abbiamo accennato ieri infatti (ved. editoriale) infatti, al probabile avvento di una serie di forti riscaldamenti in sede stratosferica (oltre i 12 km di quota) che potrebbero condurre a una fine abbastanza prematura del VPS, il vortice polare stratosferico. Un primo warming, il più potente, è in atto in queste ore, molto simile a quello avvenuto a inizio Febbraio (fig.2).
fig.2
A differenza del precedente però, il warming in esame dovrebbe essere seguito da altri, meno potenti, ma fortemente destabilizzanti per il VPS, con genesi di una chiara bilobazione in sede artica e annesso split dei nuclei gelidi del VPS dopo metà mese (fig.3).
fig.3
La tendenza in descritta è chiaramente inquadrata anche dal modello europeo, che identifica bene l’azione della wave 1, l’onda altopressoria pacifica, deputata a smembrare il VPS nel giro di pochi giorni e a generare l’inversione chiara dei venti zonali nella media stratosfera (numero negativo in basso a destra, fig.4).
fig.4
Tale inversione, già in atto nell’alta stratosfera, sembra possa propagarsi rapidamente quindi ai piani inferiori (fig.5).
fig.5
Fermiamo per un attimo l’analisi ora e cerchiamo di riassumere in parole più semplici quanto finora descritto.
In, sostanza, in stratosfera, nelle regioni polari, laddove per tutto il semestre freddo è stato presente un profondo centro di bassa pressione, sta per formarsi una robusta alta pressione, con conseguente discesa di nuclei gelidi prima attestati in Artico, verso il continente asiatico e verso l’Atlantico occidentale e Canada orientale. In conseguenza di ciò, alle medie latitudini, le correnti dominanti non sarebbero più occidentali ma orientali, retrograde e, nel caso specifico, per l’Europa tenderebbero a provenire dal continente asiatico. Al momento, la dinamica descritta è prevista verificarsi su tutta la colonna stratosferica (dai 12 km ai 50 km di quota), come testimoniato dalla carta di previsione del modello europeo (i colori blu indicano velocità negative, da est verso ovest dei venti zonali, fig.6).
fig.6
In sostanza, stiamo descrivendo un Major Warming (MW) che, nel caso specifico, può essere definito un Final Major Warming (FMW) in quanto si verificherebbe alla fine della stagione invernale (in pieno inverno si definisce Major Midwinter Warming, MMW).
Quali potrebbero essere le conseguenze pratiche si un simile processo??
Diciamo subito che se una simile evoluzione fosse avvenuta in Gennaio (MMW) saremmo stati tutti incollati ai successivi aggiornamenti per verificare le eventuali conseguenze ai piani isobarici inferiori, in troposfera (sotto i 12 km). Una evoluzione così ben caratterizzata infatti, con inversione dei venti zonali fino al limite della tropopausa, può avere facilmente ripercussioni anche in troposfera. A inizio primavera, una simile evoluzione è normale in realtà e segna la fine del VPS con la stagione calda, ma quest’anno sono presenti due aspetti peculiari:
1) Il warming èdi tipo Major appunto
2) Il periodo è piuttosto anticipato (early warming). Lo scorso anno ad esempio, lo stesso processo avvenne in Aprile (fig.7).
fig.7
Un terremoto stratosferico quale quello previsto dai modelli intorno la metà del mese si Marzo può destabilizzare, quindi, ancora molto il VP alle quote troposferiche in un periodo in cui i nuclei gelidi nelle regioni artiche sono ancora ben formati e di notevole ampiezza, con genesi di eventuali irruzione fredde alle medie latitudini di notevole entità; un esempio molto didattico è costituito dalla emissione mattutina del modello americano, poi smentita comunque dai successivi run, con irruzione gelida continentale nel Mediterraneo (fig.8).
fig.8
Occhi puntati quindi sui successivi aggiornamenti, i giochi sono appena iniziati in stratosfera.
Ciao ciao