04-01-2015 - Salve a tutti; torniamo al classico appuntamento serale con l’evoluzione dei modelli nel lungo termine, con un editoriale però leggermente più completo rispetto alla mera analisi dei modelli.
Iniziamo comunque con l’ultimo aggiornamento del modello americano, notiamo alcune cose di particolare importanza.
Alle 240 h il VPT è decentrato e la figura dell’anticiclone euroasiatico è abbastanza antagonista rispetto a quella del Vortice Polare (fig.1)
fig.1
Successivamente tale sbilanciamento viene riassorbito, ma il VPT non ha la forza di mantenere un assetto particolarmente compatto e può partire un ondulazione in Atlantico (fig.2)
fig.2
L’evoluzione finale di tale saccatura, piuttosto proficua per le nostre regioni, è quella dell’ulteriore slancio dell’anticiclone delle Azzorre con formazione di una cellula di blocco scandinava e alimentazione fredda continentale verso la nostra penisola (fig.3)
fig.3
Si tratta quindi di carte piuttosto interessanti, postate da modello americano già da alcuni giorni…che significato dare a una tale previsione??
Andiamo a vedere, con criterio come sempre, l’analisi di alcuni indici descrittivi come l’AO, la NAO, il NAM e la QBO.
AO (Artic Oscillation) e NAO (North Atlantic Oscillation) tendono entrambE verso il neutro, con valori leggermente positivi per la seconda (fig.4,5).
Si tratta di un andamento che risultare proficuo per le latitudini intermedie, in quanto indica la presenza di una struttura del Vortice Polare Troposferico non particolarmente robusta, in ulteriore indebolimento per metà mese, mentre la NAO leggermente positiva può indicare la presenza di un anticiclone delle Azzorre forte e ben radicato in Atlantico, con tendenza a slancio verso nord.
Parlando del NAM (North Anular Mode), indice che riassume la distribuzione dei geopotenziali a scala emisferica, come l’AO, ma a tutte le quote troposferiche e stratosferiche (in sostanza l’AO rappresenta la NAM al livello del mare, fig.6).
fig.6
L’ultimo valore censito, aggiornato al giorno 1 Gennaio, risulta pari a -1,0, valore piuttosto basso (si ricorda che valori negativi in genere indicano una struttura del VPS-VPT debole). Si tratta del classico valore che indica una struttura stratosferica poco condizionante riguardo agli strati troposferici sottostanti, ne in un senso ne nell’altro (in caso di MMW può scendere al di sotto di -3,0, mentre in caso contrario, ovvero strat cooling, può sfondare la soglia di +1,5).
Al momento quindi, non ci sono motivi particolari per cui il Vortice Polare Troposferico debba tornare a compattarsi dopo la seconda metà di Gennaio.
A tal riguardo, un ultimo parametro che illustriamo riguarda la QBO (Quasi Biennal Oscillation), che nell’aggiornamento datato fine 2014 è ormai negativa fino alla quota geopotenziale di 50 hPa con tendenza ad ulteriore abbassamento di tale quota. Anche questo aspetto depone a favore di una seconda parte invernale ricca di scambi meridiani alle varie latitudini.
Manca all’appello l’indice MJO (Madden Julian Oscillation), ma gli aggiornamenti non sono disponibili, con le ultime previsioni che la prevedevano in fase 6, anch’essa positiva per noi.
Insomma, l’inverno in corso continua a mostrare ottimi segnali per il prosieguo della stagione, altri scambi meridiani di grande ampiezza dovrebbero verificarsi, un esempio lo abbiamo avuto a fine anno, anche molto crudo (non si poteva comunque accontentare tutti), con un evento che presenta periodi di ritorno decennali per molti regioni.
Ciao ciao