28-02-2015 - Salve a tutti; approfittando del riposo del week-end (non per i meteoappassionati, che non riposano mai) cerchiamo di fare il punto in merito a quanto sta accadendo nel nostro emisfero, dal punto di vista meteorologico, con un’analisi leggermente più approfondita, sempre da semplici amanti della materia………
Le notizie che giungono oggi dai modelli non sono ottime; si era accennato nell’editoriale di ieri sera, a una discrepanza nella visione dei due principali modelli, americano ed europeo, in merito alla entità della saccatura artica in arrivo nelle nostre regioni a partire dal 4 Marzo. Più ampia e centrata la saccatura sull’Italia per quello europeo, più rapida e sfuggente per quello americano. Ad oggi, purtroppo, sembra debba prevalere la visione del modello americano, in quanto anche quello europeo evidenzia una notevole ingerenza del Vortice Polare, in particolare del lobo canadese, in Atlantico, con rapida chiusura dell’alimentazione fredda nel continente europeo (fig.1).
fig.1
Il dettaglio per l’Europa evidenzia come la saccatura (alimentata in questa fase da aria artica proveniente dai mari a nord della scandinavia), venga subito “strozzata” dal rafforzamento del getto e del vortice polare canadese.
In serata approfondiremo l’analisi delle varie emissioni dei modelli, in questa ci si pone viceversa la domanda, di carattere più generale, del perchè sia atto questa evoluzione e perchè il freddo abbia così grandi difficoltà a giungere in maniera duratura nelle medie latitudini europee.
Le risposte occorre cercarle in “alto”, ai piani stratosferici, dove è in atto un notevole rafforzamento del Vortice Polare e dove tale tendenza non sembra voler cambiare nei prossimi giorni. Ecco due carte di previsione del modello americano riguardanti la quota geopotenziale di 10 hPa (30 km, media stratosfera), estremamente diagnostica per comprendere l’evoluzione del tempo a scala emisferica (fig.3,4)
Le due carte sono distanziate 10 giorni tra loro, ma evidenziano sempre la stessa previsione, ovvero, struttura chiusa, forte ed accentrata del VPS, con elevata velocità angolare delle correnti zonali e, in sostanza, freddo (a quote stratosferiche) racchiuso nel settore artico.
Spigheremo meglio tra poco il significato di tali affermazioni, cambiamo ora il punto di vista, analizzando lungo una sezione verticale (non più orizzontale) i moti dell’atmosfera.
Ecco una carta delle anomalie medie di geopotenziale alle diverse quote stratosferiche e troposferiche, oltre il 60° parallelo nell’emisfero nord negli ultimi tre mesi (fig.5).
fig.5
Come si vede, a partire dai settori più alti della stratosfera (50 km di quota), si è gradualmente rafforzata una struttura di bassa pressione (con anomalie negative rispetto alla media quindi). Tali anomalie si sono propagate verso il basso nella stratosfera, raggiungendo anche la troposfera. In generale, il Vortice Polare si sta rafforzando a tutte le quote, “intrappolando” il freddo nelle regioni polari.
Rafforzamento del Vortice Polare significa anche raffreddamento dello stesso (cooling) e tale aspetto è ben evidenziato dallo stesso grafico di fig.5 ma questa volta riguardante le anomalie di temperatura invece che di pressione (fig.6).
fig.6
Come si vede, in questo caso le anomalie maggiori, alle alte latitudini (quindi nelle regioni polari), sono concentrate nella media stratosfera (proprio intorno i 10 hPa), dove, in sostanza, al polo l’atmosfera è alquanto più fredda (fino a 10-12° C in meno) di quanto dovrebbe essere.
Cerchiamo quindi di capire cosa sta succedendo sopra le nostre teste. Proviamo a riassumere alcuni passaggi. Alle latitudini polari, specialmente alle quote stratosferiche (>10-12 km circa) la bassa pressione stazionante nelle regioni polari in inverno (Vortice Polare) si sta approfondendo e raffreddando. Tale raffreddamento aumenta il gradiente termico con le medie latitudini e, come tale aumenta la velocità delle correnti zonali alle medie latitudini, dove si esercita maggiormente il contrasto termico. Una volta che il VP ruota sempre più veloce, seguendo il classico esempio della ballerina che per girare sempre più forte deve chiudere le braccia (legge della conservazione della quantità di moto), tutta la struttura del VPS-VPT si accentra, si chiude cioè verso le regioni polari, immagazzinando il freddo alle alte latitudini e non consentendo più scambi meridiani con le aree temperate come il Mediterraneo. In sostanza, semplificando molto, al polo fa sempre più freddo a nelle nostre regioni prevale il tempo mite e soleggiato.
Tale fenomeno sta accadendo proprio in questi giorni sopra le nostre teste. In particolare, statisticamente, è stato rilevato che, quando alla quota geopotenziale di 10 hPa (30 km), la forza del VPS (rappresentata appunto dalle anomalie negative di pressione, quantificabili con il NAM) supera un certo valore, sono molto probabili ripercussioni durature ai piani inferiori troposferici per molti giorni (fino a 60). E’ esattamente quanto sta accadendo ora alla quota menzionata (10 hPa), dove esiste appunto tale soglia indicativa (+1,5, legge di B&D) il cui superamento predispone tutta la struttura del VPS al condizionamento dei piani inferiori troposferici del VPT. Per dare un’idea dell’intensità di tale fenomeno, ovvero dell’entità del rafforzamento del VPS, riportiamo l’aggiornamento del NAM (North Anular Mode) del 24 Febbraio, dove si è giunti ormai al valore di 2,1, ben oltre la soglia ipotizzata (fig.7).
fig.7
Siamo giunti alla fine dei giochi quindi per l’inverno?? Ci sono delle concrete possibilità in effetti, ma avere un Vortice Polare forte e chiuso non significa necessariamente assenza di fenomeni. Risulterà difficile comunque che grandi avvezioni fredde possano giungere alle medie latitudini fino all’inizio della primavera, approofndiremo questo aspetto nei successivi editoriali.
Ciao ciao