14-11-2014 - Salve a tutti, dopo l’editoriale flash sul freddo siberiano, emesso il giorno prima, con i -50° C già raggiunti a metà Novembre in Jacuzia, a Verhojansk, cerchiamo in questa sede di comprendere meglio quali siano le ragioni che rendono tale territorio così gelido in inverno, con clima continentale estremo, caratterizzato peraltro da escursioni termiche annue esasperate. Proprio la città di Verhojansk infatti, oltre a essere il luogo più freddo dell’emisfero boreale e luogo abitato più freddo al mondo insieme a Ojmjakon (entrambe le cittadine hanno sfondato i -70° C), presenta anche la massima escursione termica annuale mai registrata sulla terra, pari a 106° C (!!!!) avendo toccato in un occasione +36° C in estate (fonte: Guiness dei primati).
Quali sono quindi le ragioni di un clima così esasperato??
Per un analisi più approfondita occorre l’aiuto di un pò di cartografia di massima; come si vede dalla fig.1, la Jacuzia rappresenta il settore nordorientale della Siberia, a nord della enorme massa continentale dell’eurasia.
Fig.1
Nella rappresentazione cartografica in fig.1 sono stati evidenziati i due centri abitati di Verchojansk e Ojmjakon, considerati appunto i due luoghi più freddi dell’emisfero boreale, anche in realtà il vero polo del freddo è considerata esclusivamente una località nei pressi di Ojmjakon, celebrata con tanto di monumento, come riportato nella galleria fotografica al termine dell’articolo.
Ai fini del presente articolo, risulta però utile comprendere il perchè tali località siano così fredde, non essendo situate a latitudini Artiche estreme; addirittura Ojmjakon è al di sotto del Circolo Polare Artico (63° parallelo), mentre Verhojansk è poco al di sopra (67° parallelo).
Premesso che, a differenza dell’Antartide, al Polo Nord NON vi sono terre emerse e quindi le temperature più fredde NON si registrano in prossimità del Polo stesso, le ragioni che identificano come polo del freddo le località menzionate sono di due tipi esenzialmente:
- Particolare conformazione morfologica delle aree d’interesse
- Collocazione peculiare nell’ambito degli split periodici del VPT nella stagione invernale
Iniziamo dalla prima motivazione. Nelle due ricostruzioni riportate in fig.2 e fig.3 viene evidenziata, a grandi linee, la struttura morfologica ad ampia scala delle aree su cui sorgono i due centri abitati. Come si vede, entrambe le località presentano alcune analogie:
- Sono situate in aree pianeggianti o lievemente ondulate
- Sono circondate da dorsali montuose da tre lati (ovest, sud ed est), lasciando aperta una direttrice da nord.
- Nel complesso la struttura è quella di una conca intermontana, molto ampia nel caso di Ojmjakon, situata in sostanza su un’altipiano a quasi 800 m s.l.m .; struttura simile per Verchojansk, ma con un apertura verso il Mar glaciale Artico, ghiacciato per buona parte dell’anno.
Fig.2 Schema morfologico Verchojansk
Fig.3 Schema morfologico Ojmjakon
Come si vede dalle immagini, le condizioni morfologiche sono ideali per il mantenimento del freddo nella stagione invernale. Dopo le prime nevicate nella seconda metà di Settembre infatti, uno strato di aria molto fredda inizia a formarsi aree pianeggianti delle due cittadine, che difficilmente verrà scalzato via con il prosieguo dell’autunno. Ci troviamo oltre il 60° parallelo infatti, le ore di sole diminuiscono rapidamente dopo l’equinozio (23 Settembre). In sostanza, come accade per molte conche alpine, l’aria gelida si raffredda sempre di più con il passare delle settimane, con la presenza di un anticiclone termico sempre più forte (il famoso Orso) che la “schiaccia” al suolo, creando spesso una permanente inversione termica, in un contesto comunque gelido a tutte le quote.
Le fenomenologie appena descritte riguardano gli strati troposferici più bassi, ma cosa accade nella media troposfera, quali movimenti esplica prevalentemente il Vortice Polare nel semestre freddo.
Per capirlo meglio, è sufficiente analizzare una carta delle temperature previste alla quota geopotenziale di 850 hPa (1500 m ca.), esente quindi da effetti da influenze legate al raffreddamento del suolo, alla data del 20 Novembre.
Lo schema riportato rappresenta una configurazione molto frequente nell’emisfero boreale nel semestre freddo; ovvero, quella di uno split preferenziale e simmetrico dei nuclei gelidi del VPT nella Siberia orientale (Jacuzia appunto) e nel Canada orientale (Labrador e baia di Hudson). Nel continente europeo viceversa, la circolazione prevalente risente della presenza della depressione islandese e della massa d’acqua dell’oceano Atlantico, che incentivano il naturale decorso delle correnti occidentali alle medie latitudini, spingendo spesso aria più mite fin oltre gli Urali, ma non nella Siberia orientale, chiusa peraltro dal bassopiano siberiano occidentale da catene montuose orientate nord-sud, come quelle mostrate nella figura 2 e 3.
Tale aspetto è palese nella illustrazione riportata dell’precedente editoriale e riferita alle temperature registrate ieri, 13 Novembre, dove accanto alla ghiacciaia della Jacuzia, sono presenti, poco a sudovest, temperature di poco inferiori allo zero (rispetto ai -40° C diffusi della Jacuzia), nella località situate quindi a ovest delle dorsali montuose dei monti di Vechojansk, che fungono da “isolante” per il freddo.
Ecco quindi, che le eccezionali temperature registrate frequentemente nelle località menzionate, sono frutto di un connubio tra cause legate alla struttura morfologica dell’area investigata e apporti freddi in quota generata da frequenti split del VPT in inverno, non riscontrabili con queste modalità in nessun luogo dell’emisfero boreale.
A chiusura articolo, eco le foto delle due località, con il famoso “polo del freddo dell’emisfero boreale a Ojmjakon”
Ciao ciao