07-12-2016 - Salve a tutti, consueto appuntamento serale con il commento dei modelli……..
Le analisi qui condotte (nella rubrica lungo termine), è bene precisarlo, non possiedono valenza di previsione certa, da seguire in ogni dettaglio, ma cercano di individuare tendenze nel medio-lungo termine, in particolare quelle favorevoli ai meteo appassionati amanti delle evoluzioni maggiormente dinamiche, tra cui sicuramente sono compresi (ma non solo) gli amanti del freddo e della neve in inverno. Il commento dei modelli è rivolto a tutti comunque, sempre impostato dal punto di vista dell’appassionato e mai da quello del docente che voglia imporre una metodologia d’analisi. Ognuno ha il diritto di interpretare le spiegazioni che qui vengono fornite come meglio crede, in un contesto interattivo del racconto della meteorologia.
Finita questa breve ma doverosa premessa, veniamo ai fatti concreti.
Evoluzione ancora molto aperta oltre le 144 h ma,soprattutto, appare ormai evidente come, a scala emisferica, il VP abbia cambiato marcia. A prescindere dalle effettive ripercussioni nelle nostre regioni infatti, l’immobilismo prenatalizio è ormai scomparso a scala emisferica e,nei prossimi, altre due perturbazioni si avvicenderanno nei cieli italiani, interessando soprattutto il centronord, con nevicate anche piuttosto abbondanti, a quote medio alte, nei rilievi alpini (non tutti). Ecco la previsione del modello americano per la mattina di lunedì; jet stream teso nel Tirreno settentrionale e, un secondo impulso perturbato (n.6 del mese), segue quello già transitato la mattinata di Domenica (n.5).
fig.1
Una volta transitato questo primo gruppo di perturbazioni, in un contesto caldo umido, le temperature inizieranno a scendere sull’Italia, con l’arrivo di correnti da nord a matrice chiaramente artica (fig.2).
fig.2
In tale frangente, le precipitazioni si sposteranno al centrosud e in Adriatico, con nevicate anche a quote collinari nei giorni successivi, con il blocco formato in Atlantico visto spostarsi verso est, parzialmente ingerente nel Mediterraneo (fig.3).
fig.3
I passaggi descritti fino alla fig.2, sono ormai definiti e altamente probabili (previsione entro le 96 h). Tutto ciò che viene dopo il giorno 15, viceversa, presenta una vera e propria soglia d’indeterminazione, in cui la previsione diverge molto nei vari modelli e nelle varie emissioni. Ecco gli spaghetti del run mattutino del modello americano (fig.4).
fig.4
Risulta evidente il chiaro salto di affidabilità metà mese; i modelli non riescono interpretare l’evoluzione del blocco in formazione in Atlantico. Ecco cosa “tira fuori”, per la stessa giornata, il modello canadese, con un impressionante cellula altopressoria al polo (1060 hPa) e un blocco ancora imponente che parte dall’Atlantico (fig.5).
fig.5
Davvero incredibile l’emissione canadese, con il blocco che si reitera nel lungo termine (fig.6).
fig.6
A prescindere dalla validità previsionale del singolo modello, appare evidente la grande indecisione previsionale e, soprattutto, il fatto che la sorpresa possa essere dietro l’angolo. Troppo intensa appare, al momento, la crisi in atto nel VP, evoluzioni da seguire passo passo nei prossimi giorni.
Ciao ciao