04-12-2014 - Salve a tutti; consueto riassunto serale della cartografia disponibile, sebbene in un contesto non particolarmente ricco di novità; tuttavia, com’è noto, i movimenti del Vortice Polare offrirebbero spunti 24 h al giorno per un meteo appassionato e, pertanto, procediamo quindi con la rassegna dei principali aspetti evolutivi a scala emisferica, con particolare riguardo, ovviamente, per quanto potrebbe accadere per le nostre località mediterranee
Confermata quindi la prima saccatura nordatlantica per la sera dell’Immacolata; il passaggio perturbato, a causa della spinta azzorriana, legata a sua volta a una certa compattezza del Vortice Polare, sarà piuttosto rapido, ma incisivo. Un veloce impulso freddo attraverserà l’Italia da nord a sud il giorno 8 Dicembre, generando fenomeologie più intense e diffuse al centrosud, in particolare in Adriatico, come sempre accade con queste traiettorie (a riguardo si confrontino i contenuti dell‘editoriale del giorno prima). Tuttavia, dal punto di vista del freddo e della genesi di eventuali nevicate, i rilievi che beneficeranno maggiormente della burrasca nordatlantica saranno quelli appenninici romagnoli e marchigiani, dove il richiamo delle correnti da nordest al suolo la sera dell’Immacolata consentirà la genesi di nevicate intorno 700 m s.l.m.
Fig.1
Lungo la stessa traiettoria, dopo circa 72 h, il giorno 12 Dicembre, un secondo impulso perturbato dovrebbe transitare nelle regioni italiane. Il modello europeo oggi è maggiormente possibilista riguardo gli esiti di questa seconda “burrasca”. Possibile formazione di un minimo alto tirrenico in rapida traslazione verso sudest, con fenomeni abbastanza diffusi anche nelle regioni tirreniche quindi. Acme del maltempo sempre in Adriatico comunque, con nevicate sempre intorno 700-800 m nell’appennino romagnolo e marchigiano, quote più elevate altrove.
Fig. 2 e 3
Come accennato in precedenza, la relativa rapidità dei due passaggi perturbati sarà imputabile in primo luogo al graduale ricompattamento del Vortice Polare, che non consentirà l’innesco di split corposi di cellule fredde dalle latitudini polari. Tale tendenza è particolarmente marcata nelle ultime emissioni del modello americano per la metà del mese, come evidenziato in fig.4.
Fig. 4
Un tale assetto favorirebbe, se confermato, inevitabilmente l’espansione di un promontorio azzorriano verso il Mediterraneo dopo il secondo passaggio perturbato. A tal proposito, si riportano di seguito le previsioni “ensemble“, dei valori di AO (Artic Oscillation) e NAO (Nord Atlantic Oscillation) per i prossimi 15 giorni. Si tratta, com’è noto, di due indici “descrittivi” (non predittivi, in molti pensano il contrario) utili a riassumere più rapidamente quanto già visibile nelle elaborazioni grafiche dei modelli. Entrambi puntano verso l’alto, con valori positivi, in particolare la NAO, segnale che la tendenza ad avere una struttura compatta del Vortice Polare per metà Dicembre è alquanto probabile (un valore positivo della AO indica in sostanza una maggiore concentrazione dei nuclei freddi del VPT a latitudini polari).
Fig. 5 e 6
Il fatto poi che proprio la NAO, porzione atlantica del più generale indice AO che riguarda tutto l’emisfero, sia vista nettamente positiva in previsione, conferma la prevista presenza di un’elevata tensione zonale nel comparto europeo per metà mese e, in sostanza, la conseguente probabile affermazione di un promontorio azzorriano dopo l’arrivo dei due peggioramenti descritti in precedenza.
Quanto durerà la parentesi di possibile “stagnazione” azzorriana?? In linea teorica non molto, il Vortice Polare difficilmente avrà la forza di rimanere compatto; per adesso però, il modello americano vede una sostanziale chiusura del VPT stesso, con traslazione dei nuclei più freddi verso la Siberia orientale, dove dovrebbe formarsi un enorme lago gelido a tutte le quote per la seconda decade.
Insomma, ancora nulla di esaltante per la latitudini mediterranee, ma occorrerà seguire attentamente gli aggiornamenti.
Ciao ciao