08-12-2014 - Salve a tutti; appuntamento con il lungo termine, irrinunciabile quando si può. Ancora notevole la stasi meteorologica emisferica; dopo la “burrasca” nordatlantica n arrivo in queste ore (ved. editoriale del mattino), poco o nulla appare nell’orizzonte degli eventi meteorologici (citazione cosmologica, ci può stare). Da monitorare comunque l’affermazione dell’anticiclone euroasiatico, visto in grande forma nel periodo natalizio.
Nel medio termine intanto, le quotazioni dell’incidenza della nuova saccatura prevista per fine mese appaiono in ribasso, con una imperiosa chiusura del VPT, ritorno della zonalità atlantica alta di latitudine in Europa e cut off della saccatura. Le figure 1 e 2 chiariscono il significato dei concetti espressi.
Fig.1
Dalla fig.2, riguardante lo stesso periodo della fig.1, emerge un altro aspetto interessante, ovvero che una volta tanto il continente nordamericano e quello europeo sono accomunati, con le dovute distinzioni, dallo stesso destino meteorologico. La chiusura del VPT è ovviamente a scala emisferica e il flusso zonale è previsto restare alto sia tra USA e Canada, sia nell’Europa occidentale, con conseguente espansione degli anticicloni subtropicali e clima mite al di sotto del 50° parallelo in entrambi i continenti. Diverso è il caso dell’area siberiana, dove l’affermazione dell’anticiclone omonimo ha già creato un ampio lago gelido presente a tutte le quote, in particolare nei settori orientali.
fig.2
La tendenza descritta dovrebbe esasperarsi nella settimana successiva, fino alle porte del Natale, con l’anticiclone euroasiatico che è visto crescere sempre più d’imponenza (fig.3), in uno scontro tra “titani” con il VPT molto compatto. Tale contrapposizione, va detto, non porterà a nulla nell’immediato nel comparto mediterraneo.
fig.3
Occorre quindi gettare la spugna per l’arrivo del freddo nel mese di Dicembre?? Assolutamente no, il continuo rinforzo dell’anticiclone euroasiatico è infatti in accordo con quanto ipotizzato negli editoriali a fine Ottobre, ovvero che nel trimestre invernale il VPT potesse essere piuttosto disturbato in funzione dei valori di SAI e OPI (indici basati sull’andamento della copertura nevosa euroasiatica a Ottobre appunto). Altri fattori in aggiunta, da approfondire, quali il passaggio in fase negativa della QBO (in correlazione con l’attività solare) e, si aggiunge in questa sede, l’assenza di una fase di NINA strong, lasciano ipotizzare che il VPT non possa reggere una struttura così compatta per molto tempo. A quel punto, al primo cedimento della struttura, qualora l’anticiclone asiatico confermasse tale imponenza, l’arrivo di avvezioni di aria fredda di tipo continentale potrebbe essere più di una semplice ipotesi dopo il periodo natalizio.
Per adesso però occorre aspettare, anche in sede stratosferica, infatti, il previsto warming prenatalizio previsto dal modello americano viene visto poco incisivo ai fini della destrutturazione del VPS, deponendo a favore di una stasi meteorologica a tutti i piani isobarici nelle prossime due settimane.
Al prossimo aggiornamento, speriamo con buone notizie.
Ciao ciao