08-01-2015 - Salve a tutti; appuntamento serale sempre ricco di spunti di discussione, sebbene gli eventi meteorologici di rilievo sembrano latitare nel Mediterraneo.
Iniziamo subito dal week-end, o perlomeno dalla prima parte, quando saranno le temperature particolarmente miti a far notizia; in effetti, nella giornata di sabato, lo slancio azzorriano lungo i paralleli apporterà una rimonta calda davvero inusuale per il periodo, con temperature fino a 10-12° C a 850 hPa su tutto il versante tirrenico, a cui potrebbero corrispondere valori >20° C nei settori costieri del centrosud (fig.1).
fig.1
Come si vede dalla fig.1, il getto polare in uscita dal Labrador risulta molto teso e diretto a nord delle Alpi, mentre nel Mediterraneo prevale l’invasione di aria calda proveniente dai quadranti occidentali e/o sudoccidentali, con temperature in alcuni casi ulteriormente spinte verso l’alto al nordovest da venti di caduta nelle Alpi occidentali.
In tale contesto, occorre dire che, sebbene le temperature saranno generalmente sopramedia, il cielo non sarà sempre sgombro da nubi, in quanto le “code” meridionali delle perturbazioni legate al flusso Atlantico apporteranno di volta in volta nuvolosità sparsa, specialmente nel versante tirrenico.
Tale situazione proseguirà immutata fino alla metà del mese quando, come accennato nei precedenti editoriali, si farà strada un’ondulazione Atlantica più marcata, con risalita della figura altopressoria azzorriana (fig.2).
fig.2
Il cambiamento menzionato viene confermato dalle carte odierne del modello americano, ma non risulterà immediatamente decisivo per le sorti del tempo nel Mediterraneo, sebbene probabilmente apporterà piogge sparse su molte regioni e un generale abbassamento delle temperature praticamente su tutta la penisola. Come si vede in fig.2, la struttura del Vortice Polare appare ancora troppo compatta per poter generare una modifica radicale e duratura del tempo nelle nostre regioni; le ultime emissioni del modello americano però, evidenziano come il peggioramento menzionato possa fungere da apripista per una crisi di maggiori dimensioni del VPT, con svuotamento del lobo canadese, ora predominante, e genesi di un importante blocco Atlantico. Davvero interessante quanto riportato nell’emissione pomeridiana del modello americano (fig.3).
fig.3
Nella fig.3 si è in presenza di un vero e proprio split del lobo euroasiatico, con una fase di maltempo con neve a quote basse nel centronord prima della fine del mese. Analoga visione, sebbene meno estrema, è quella del run parallelo del modello americano, che si appresta a sostituire quello ufficiale nei prossimi giorni (fig.4).
fig.4
Insomma, le premesse per una cambio di circolazione entro la fine del mese sembrano esserci; gli aggiornamenti del valore dell’indice MJO, correlato alla propensione dello sviluppo di blocchi Atlantici, lo vedono diretto con buona magnitudo nelle fasi 6-7, molto vicino ai settori maggiormente proficui per le sorti del tempo nel Mediterraneo (fig.5)
fig.5
Per chiudere, inseriamo in questa ampia rassegna cartografica la previsione della distribuzione dei geopotenziali alla quota isobarica di 10 hPa, nella media stratosfera. Come si vede, il Vortice Polare Stratosferico, sebbene soggetto all’azione delle due waves emisferiche (1 e 2), non subisce una bilobazione decisa, ma rimane piuttosto unito, sintomo che il VPS, pur indebolito, non sembra essere soggetto ad alcuna crisi decisiva. In tal senso la logica conseguenza di tale analisi è che, nel complesso, l’evoluzione futura delle sorti del tempo a scala emisferica dipenderà esclusivamente da quanto accadrà alle quote troposferiche, smentendo eventuali annunci di grandi stravolgimenti della struttura del VPS-VPT, legati a innesco di MMW (Major Midwinter Warming), non contemplato dalla attuali carte stratosferiche (fig.6) . Ciò non vuo dire ovviamente che non potrà arrivare il freddo e la neve nelle nostre regioni e, anzi,i modelli alle quote troposferiche sono abbastanza ottimisti a riguardo .
fig.6
Ciao ciao
interessante e chiaro articolo.
io metterei anche (sempre) un confronto dei modelli usati nell’articolo con quella che è la media GEFS a 500hpa disponibile nel momento in cui componi l’editoriale (ritengo sia sempre utile avere sul lungo termine una visione molto ‘mediata’ ), saluti
Grazie, fa sempre piacere avere commenti costruttivi, seguirò il tuo consiglio contemplando anche le ensemble, che comunque vedo spesso prima di scrivere l’articolo; l’editoriale in genere rappresenta un sunto semplificato di quanto proposto dai modelli
Ciao ciao