18-04-2020 - Salve a tutti; stasera occorre stilare un doveroso aggiornamento in merito alla evoluzione della pandemia COVID19 per l’area italiana, in particolare in merito al numero dei decessi correlabili al virus come reale causa di morte.
Si è molto discusso infatti, su quanto siano reali le conseguenze della pandemia nell’area italiana e, soprattutto, quanto sia elevata la sua letalità e quali siano i decessi che possono essere direttamente attribuibili al virus.
Ebbene, l’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica, ha pubblicato un interessantissimo studio che, sebbene non possa attribuire con certezza i singoli decessi al Coronavirus, fornisce una stima quanto mai realistica di quanto è successo almeno fino alla data del 21 Marzo, data in cui è aggiornato lo studio, nelle regioni italiane.
Che tipo di studio è stato condotto??
Ebbene, semplicemente, è stato effettuato il conteggio dei decessi nel periodo dal 1 Gennaio al 21 Marzo 2020 in 1084 comuni appartenenti all’ANPR (Associazione Nazionale Popolazione Residente); la scelta di questi 1084 comuni (su 5866 totale appartenenti all’ANPR) è stata effettuata sulla base della maggiore affidabilità e completezza del dato, per non incorrere in errori.
I dati acquisiti sono stati quindi confrontati con la mortalità registrata per lo stesso periodo nell’intervallo temporale 2015-2019 e sono venute fuori alcune conclusioni davvero interessanti. Per l’analisi, sono stati considerati tutti i comuni, all’interno del campione di 1084, con almeno 10 decessi nel periodo 1 Marzo – 21 Marzo 2020 e che avessero registrato almeno il 20% di aumento della mortalità.
In questa sede riassumiamo alcune delle considerazioni maggiormente interessanti:
- Nei primi due mesi dell’anno, Gennaio e Febbraio, la mortalità è stata mediamente più bassa in tali comuni, tale aspetto, considerando che il primo caso accertato di Coronavirus è datato al 21 Febbraio (caso di Codogno) può essere ascritta a condizioni ambientali particolarmente favorevoli (inverno mite) e, quindi scarsa aggressività altre malattie respiratorie e influenza comune stagionale.
- Nel intervallo dal 1 Marzo al 21 Marzo si nota un brusca inversione di tendenza nel tasso di mortalità registrato; in particolare, in oltre la metà dei comuni del Nord presi ad esame, i decessi sono più che raddoppiati nel periodo menzionato rispetto alla media del 2015-2019, con punte di oltre il quadruplo in alcuni comuni della provincia di Bergamo, compreso il capoluogo.
Cerchiamo di essere più precisi, l’ISTAT fornisce il seguente grafico in merito all’analisi condotta:
Il grafico riportato in figura va interpretato nel seguente modo: in ordinata (asse verticale) è indicata la quantità dei comuni interessata dal fenomeno, in ascisse (asse orizzontale) vengono indicate, per le tre macro aree del nord, centro e sud le classi d’incremento percentuale del numero dei decessi. Ovvero, per capire bene cosa sia successo, l’ultima triade di istogrammi, più a destra, indica il numero di comuni in cui il numero dei decessi è almeno raddoppiato nel periodo 1-21 Marzo 2020 (incremento >100%).
Come si vede, per il nord sono oltre 50 i comuni (nel campione di 1084 analizzato) che hanno registrato oltre il doppio dei decessi rispetto alla media di riferimento del 2015-2019 (come accennato per alcune zone tra bergamasco e bresciano sono anche quadruplicati).
L’analisi non specifica la causa del decesso, ma è ovvio che, per tale intervallo, la pandemia da COVID19 abbia fortemente influito nell’incrementare il numero dei decessi risultando, in alcune casi, come quelli citati, risultando quasi certamente la causa di morte principale.
Molto minore l’impatto della pandemia al centrosud, ma comunque presente; addirittura in alcuni casi, si è registrata una diminuzione dei decessi nel periodo 1 Gennaio – 21 Marzo, ma questo è dovuto al fatto che la diminuzione registrata nel periodo Gennaio-Febbraio non è stata compensata dall’aumento, seppur contenuto, registrato in Marzo.
In conclusione, gli effetti della pandemia COVID19 in Italia sono ben visibili in termini di letalità accertata del virus, come causa naturale di morte. Tali effetti sono molto diversificati nelle diverse regioni italiane, con una forte prevalenza, nel periodo considerato (1-21 Marzo), al nord, dove è lecito affermare che, per alcuni comuni, Lombardia in particolare, il virus possa essere stato la causa di morte principale, giungendo a quadruplicare il numero di morti registrati, come accaduto nella città di Bergamo, uno degli epicentri della malattia.