07-01-2020 - Salve a tutti, editoriale serale, dopo gli impegni lavorativi, ma la fase attuale deve essere commentata.
Ancora freddo in molte regioni italiane, soprattutto al centronord, grazie all’azione della saccatura a contributo artico in azione da molti giorni sull’Italia.
fig.1
Come si vede dall’animazione satellitare, la saccatura si è parzialmente “coricata” lungo i paralleli, generando un afflusso freddo molto a ovest dell’Italia e un conseguente afflusso umido e più temperato, ma non caldo, nelle nostre regioni.
Nei prossimi giorni tale dinamica si esaspererà, sotto la spinta anticiclonica azzorriana e la bassa pressione visibile nell’angolo sinistro in basso, nel mare di Alboran, si avvicinerà verso le nostre regioni, arrivando a un vero e proprio scontro frontale con l’aria fredda presente a nord della barriera alpina e parte del nord Italia.
Lo scontro non sarà indolore e, del resto, il termine sistema frontale deriva proprio dal “fronteggiarsi” di due masse d’aria con caratteristiche differenti. Tra Domenica a lunedì, un minimo di pressione in approfondimento transiterà, secondo e ultime proiezioni, tra Corsica e Toscana, generando un’intensa ondata di maltempo e un vigoroso ricambio di masse d’aria contrapposte, con caldo primaverile al sud e addirittura bufere di neve in alcune località a bassissima quota dell’Appennino tosco emiliano (ancora) e parte di quello umbro marchigiano.
fig.2
La carta riportata è stata emessa il giorno precedente; a oggi i modelli vedono un abbassamento di latitudine del nucleo precipitativo principale, ma non di molto secondo quello americano, che vede ancora neve su tutto il settore centrale della pianura Padana nella notte tra Domenica e Lunedì, comprese le aree pianeggianti di Toscana e Umbria settentrionale.
fig.3
Sul coinvolgimento della Toscana, Umbria e Marche nelle nevicate è concorde anche il modello europeo, generoso per queste regioni, meno per tutto il settore della pianura Padana.
fig.4
A seguire cosa accade??
Ebbene, i modelli sono molto variabili nelle emissioni ma, in tutte, il VP è visto molto debole, pronto a essere attaccato dalle onde planetarie. Finora però, non è comparsa un’evoluzione estremamente vantaggiosa per le nostre regioni, nonostante il superamento della soglia NAM e relativa inversione dei venti zonali nella medio alta troposfera, da cui si evince la possibilità di un disturbo duraturo e marcato alla circolazione del VP.
fig.5
Qualcosa però viene evidenziato; ad esempio, l’ultima emissione del modello europeo mostra massicce discese di aria fredda lungo il bordo orientale dell’anticiclone delle Azzorre, con un potente raffreddamento del comparto europeo orientale e russo.
fig.6
In questa fase, dopo metà mese, le regioni meridionali e adriatiche potrebbero vedere nevicate a bassa quota e freddo continentale in arrivo.
fig.7
L’evoluzione dovrebbe quindi proseguire verso un’ulteriore stato di disordine del VP, debole in Artico, grazie alla continua azione di disturbo esercitata dalla potentissima struttura anticiclonica ibrida dell’anticiclone uralico siberiano, che giunge fino in artico, dopo aver registrato valori pari a 1094 hPa !!!! in Mongolia, record assoluto mai registrato.
fig.8
Come si vede dalla carta emisferica, tale struttura può facilmente fungere da catalizzatore per le puntate azzorriane o aleutiniche, con un ponte verso l’Artico davvero devastante per il VP. A tal proposito, le proiezioni dello stesso modello europeo vedono la possibilità della formazione di blocchi per il mese di Gennaio nell’area groenlandese, con valori di AO in nuovo ribasso.
Insomma, la tavola è apparecchiata, speriamo di poter consumare un pasto completo, le occasioni non mancano.
fig.8
Ciao ciao