31-12-2016 - Salve a tutti, dopo la “sbornia” modelli generata da emissioni davvero molto eclatanti analizzate nella giornata di ieri, ecco un post più tranquillo, di saluto per il nuovo anno, ma non per questo meno pregnante in merito all’evoluzione dell’inverno in corso.
Come prevedibile (dagli spaghetti delle previsioni ensemble) il modello americano ha parzialmente ridimensionato la previsione riguardante l’avvento di neve e gelo dopo l’Epifania, ma tutto l’impianto, ovvero i tasselli principali che guidano l’evoluzione del tempo per i prossimi 15 giorni, restano in piedi.
Analizziamo quindi i passaggi principali della evoluzione futura, che comunque un crescendo di fasi perturbate nel settore europeo e in particolare nella nostra penisola per la prima metà di Gennaio.
1) Periodo 2-3 Gennaio
Primo passaggio perturbato nelle regioni italiane dopo molti giorni; una sistema nuvoloso atlantico attraverserà la penisola da nord e sud, con piogge e rovesci in genere di moderata intensità e possibilità di brevi nevicate intorno i 1000 m in Appenino (fig.1).
fig.1
2) Periodo 5-6 Gennaio
Lo sbilanciamento di un nucleo molto intenso del VP nel comparto scandinavo, unito alla spinta dell’anticiclone delle Azzorre verso nord, consentirà di innescare, proprio nel periodo della Epifania, una massiccia colata gelida,diretta anche volta principalmente verso i Balcani, ma con buona parte delle regioni italiane coinvolta nell’irruzione fredda, questa vlta molto intensa (fig.2).
fig.2
Temperature davvero molto rigide previste per l’irruzione fredda del giorno 6, con valori fino a -13° C a 850 hPa in Appennino e possibilità per nevicate fino alla costa tra Abruzzo, Molise e Puglia (fig.3).
fig.3
3) Periodo successivo il 7 Gennaio
Come dicevamo, il modello americano ha ridimensionato l’arrivo del freddo e della neve per la fine della prima decade, ma restano alcuni tasselli, a giudizio dello scrivente fondamentali per caratterizzare l’evoluzione a grandi linee per la seconda decade di Gennaio, ben riassumibili nella emissione odierna del modello europeo (fig.4).
fig.4
- Sempre notevole l’attività d’onda prevista a scala emisferica, con l’azione di un three waves pattern (w1, w2, w3) in Artico.
- Il vortice polare resta alquanto disturbato in tale contesto e iN tutte le emissioni è presente il distacco di un lobo gelido in fase di continentalizzazione nei bassi strati nell’Europa orientale.
- Continua il rafforzamento dell’anticiclone termico russo siberiano, che è visto sempre più partecipare all’azione di disturbo al VP.
Sulla base d tali affermazioni, in questa sede, si pensa che l’evoluzione più probabile nel comparto europeosia quella della graduale affermazione di un’area altopressoria nel’Atlantico nordorientale, accompagnata dalla discesa di nuclei freddi nell’Europa centro orientale, anche con graduale interessamento delle regioni italiane, come riportato dalle ENS de modello europeo (carta riepilogativa di tutte le emissioni, fig.5).
fig.5
Ed ecco infatti che lo stesso modello americano torna sui propri passi con l’ultima emissione, con nuovo taglio dell’alimentazione atlantica e isolamento di un nucleo freddo nel Mediterraneo, pronto a essere alimentato da afflussi continentali gelidi (fig.6).
fig.6
Neve che tornerebbe a fare al sua comparsa a quote basse e/ pianeggianti nelle regioni italiane (fig.8)
A integrazione di quanto descritto, possiamo aggiungere che ottimi segnali, sebbene ancora frammentari, giungono dalla stratosfera, grande incognita attuale (NAM a +1,8), dove nell’ultimo pannello odierno del modello americano è presente anche una dinamica per split a 10 hPa (30 km), con un potente warming in ara groenlandese (fig.8).
fig.8
Insomma, l’inverno è assolutamente in gioco e ha tutta l’aria di voler fare sul serio.
Aggiorneremo nuovamente con il nuovo anno, UN GRANDE AUGURIO A TUTTI I LETTORI
BUON ANNO
Ciao ciao