24-01-2015 - Salve a tutti; ci sono delle giornate in cui i modelli, quasi improvvisamente, effettuano una decisa “virata” verso una tendenza che prima poteva apparire incerta (ma non in questa sede). Oggi è uno di quei casi; tutti i modelli indicano, infatti, un massiccio split del Vortice Polare a partire dal 30 Gennaio verso l’Europa centrale, con conseguenze molto importanti anche per il territorio italiano.
Procediamo per gradi nell’analizzare la carte odierne, davvero spettacolari per chi segue questa rubrica del sito (forse anche con qualche tentativo d’imitazione, ma lasciamo perdere).
Le manovre più importanti a scala emisferica iniziano già alle 96 h, ormai è breve termine. Il lobo canadese, in quel momento maggioritario, effettua una brusca torsione in senso antiorario, in direzione dell’atlantico settentrionale (fig.1).
fig.1
A differenza di altre occasioni però, la struttura non invade l’Atlantico ma consente, complice la ritrovata attività delle onde planetarie, il distacco di un cospicuo lobo gelido che prende la direzione dell’Europa centrale (sempre in fig.1).
Dopo solo 48 h la trilobazione del VPT è quasi perfetta, una massiccia colata Artica, collegata allo split del lobo che chiameremo “europeo”, prende le mosse del Mediterraneo, facendo piombare sull’Italia (in quota) un vero blocco di polo nord (fig.2).
fig.2
Le conseguenze al suolo di una simile evoluzione (piuttosto rara nel Mediterraneo con questi “volumi” di aria fredda), sono quasi “esplosive”, con un minimo di 980 hPa che si forma nell’alto Tirreno e forte maltempo, con questa carta, al centro e nordest (fig.3).
fig.3
Come si vede, gli aggiornamenti odierni ipotizzano l’arrivo del maltempo già nelle prime ore di venerdì, elemento che restringe il campo delle ipotesi e aumenta l’affidabilità previsionale; sembra insomma che il VPT abbia veramente intenzione di farci visita. Esaltante il prosieguo della carta mostrata (fig.4), minimo di 975 hPa (!!!!) in discesa lungo l’Adriatico (fig.4).
fig.4
Una tale evoluzione comporterebbe fortissima instabilità convettiva, una volta che l’aria fredda artica fosse giunta nel Mediterraneo, con valori di -35° C a 500 hPa (poco più di 5000 m in quelle condizioni) e valori di poco inferiori a 0° C a 850 hPa (1200 m). L’elevatissimo gradiente termico (con queste irruzioni l’aria gelida è presente soprattutto in quota) a contatto co0n le calde acque Mediterranee innescherebbe violenti e diffusi rovesci lungo la penisola, con grandinate e nevicate a quote anche molto basse con l’avanzare della saccatura sopra le nostre teste. Approfondiremo tali argomenti nei prossimi giorni, con i vari aggiornamenti. Per adesso occorre sottolineare come sia il modello americano, sia quello europeo vedano uno stazionamento dell’ampia saccatura derivante dallo split del VPT per almeno 48-72 h nel Mediterraneo e nei mari italiani. Ecco la previsione del modello europeo per il 2 Febbraio (fig.5).
fig.5
Perfetta la trilobazione in tale carta e ancora in piena azione l’afflusso artico in data 2 Febbraio, Candelora con maltempo e freddo insomma. Stessa evoluzione per l’ultima emissione del modello americano, le tre onde planetarie in piena azione il 3 Febbraio e trilobazione completa, per un peggioramento intenso e duraturo nel Mediterraneo (fig.6).
fig.6
A seguire, il modello americano proporne ancora un ricompattamento del VPT dopo il 5 Febbraio (fig.7).
Le dinamiche mostrate in fig.7 appaiono però sempre meno probabili anche alla luce di quanto mostrato dagli spaghetti (fig.8). Emissione ufficiale molto calda nel finale del run 00, fuori media, freddo che potrebbe continuare anche fino alla fine della prima decade di Febbraio (fig.8).
fig.8
Attenderemo sviluppi, altri dettagli verranno forniti nell’aggiornamento pomeridiano, ma le probabilità che sull’Italia stia arrivando un lungo periodo freddo e perturbato aumentano di giorno in giorno.
Ciao ciao